E’ finito solo oggi e con verdetto di piena assoluzione il vero e proprio “incubo” giudiziario vissuto da C.S., di mestiere grafologa, che nel 2008 ha la sola “colpa” di accettare un incarico dal Giudice Civile del Tribunale di Torre Annunziata: una banale perizia tecnica per stabilire che la firma su un testamento “pesante”, probabilmente pure al centro di “fastidiose” questioni ereditarie, è davvero autentica.

C.S. accetta il compito, lo svolge subito. Fa la sua perizia, consegnandola tranquilla al Giudice. Secondo la grafologa, quel testamento è valido. Da lì, però, le cose cambiano. E per C.S. parte l’incubo. In un’altra aula di tribunale. Stavolta penale. Qualcuno in famiglia non ci sta, contesta le conclusioni della perita denunciandone “la colpa grave”.

Inizia il processo-fiume: sette anni di testimonianze, consulenze di parte e d’ufficio. Una battaglia giudiziaria in piena regola, combattuta a suon di carte bollate e schermaglie continue. Tutto per una sola e “tranquilla” perizia. In fondo.

Il pm Antonella Lauri della Procura della Repubblica di Torre Annunziata chiude l’indagine e ci va giù pesante: "due anni di reclusione alla grafologa". Il tempo stringe, il reato sta per prescriversi. La difesa di C.S. (sostenuta dall’avvocato Elio D’Aquino) dimostra che la “colpa grave, in questo caso, non c’entra nulla”. L’arringa va a segno. Perita assolta oggi dal Giudice monocratico Mariaconcetta Criscuolo: “il fatto non sussiste”. La grafologa tira un sospiro di sollievo. Dopo un “incubo” durato sette lunghi anni.   

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