Torre Annunziata. “Le Istituzioni si muovano, la politica faccia la sua parte, dando finalmente una risposta al dramma-lavoro vissuto qui e ancora oggi da tantissimi nostri ragazzi. Altrimenti i giovani, da una Torre Annunziata piena di risorse ma sempre povera, continueranno solo a scappare”.

Ha scelto i temi della disoccupazione e della cronica incapacità politica nel creare nuovi posti di lavoro in città don Luigi Rossi - il “chiacchierato” frate francescano che nel 2013 unì in matrimonio Stefano De Martino e Belen Rodriguez - per concludere ieri sulla spiaggia di Rovigliano la tradizionale Festa del 5 agosto in onore della Madonna della Neve, protettrice di Torre Annunziata.

L’ASSIST DELL’ASSESSORE. A fornire un vero e proprio ‘assist’ al frate, era stato poco prima l’assessore ai Lavori Pubblici a Palazzo Criscuolo, Giuseppe Raiola. L’assessore aveva lanciato ai fedeli un accorato appello “all’unità di intenti per la rinascita della nostra Torre. La strada è già avviata – aveva proseguito – perché il lavoro svolto in questi anni dal Comune ha pagato. Ora occorre pensare soprattutto ai giovani, che rappresentano il futuro della nostra Terra”. Assente alla rituale cerimonia il sindaco Giosuè Starita, a rappresentare il Comune assieme a Raiola due donne: Imma Alfano (con delega alla Pubblica Istruzione) ed Anna Pinto (Servizi e Politiche Sociali).

IN CHIESA. Stavolta nessun monito anti-camorra nel corso della Santa Messa officiata all’interno della Basilica “Ave Gratia Plena” da Monsignor Raffaele Russo e don Ciro Esposito. Piuttosto un ricordo: sentito, vero, commosso. Quello del piccolo Luigi Panico, il bimbo di 5 anni morto nel dicembre 2014 perché centrato in pieno da uno scooter in via Ercoli, periferia industriale di Torre Annunziata.

“Adesso Luigi è un bellissimo angioletto”, il commento sull’altare di Monsignor Russo, Rettore della Basilica di piazza Giovanni XXIII. Il suo monito anti-clan era giunto pochi giorni prima: “nel corso della processione del prossimo 7 agosto – aveva preannunciato – stop a tutti gli ‘inchini’ del Quadro sotto i balconi”. Ad imporre il divieto nei confronti di capi e gregari dei clan, tuttora attivi all’interno del popolare quartiere dell’Annunziata, feudo storico della famiglia Gionta, i vertici della Conferenza Episcopale Campana.  

LA RIEVOCAZIONE. Dopo la celebrazione religiosa, e prima del duro affondo pro-lavoro di don Luigi Rossi, ad andare in scena, di fronte allo Scoglio di Rovigliano, la rituale commemorazione in costumi d’epoca del ritrovamento in mare del Quadro della Vergine. Quadro che – secondo tradizione – venne conteso al confine tra pescatori stabiesi e di Torre Annunziata.

Ad avere la “meglio” furono gli oplontini. Applausi infatti a scena aperta quando ieri in spiaggia un giovane attore torrese, interpretando l’allora “iudex” romano, ne ha decretato la vittoria: “In base alle leggi vigenti, ed agli articoli 52 e 54 del codice della navigazione, oggi, 5 agosto 1352, assegno la Sacra immagine alla città di Torre Annunziata”. Poi il via ai conclusivi fuochi d’artificio.

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