Il governo italiano aveva stanziato quasi 12 milioni di euro per finanziare la Zona Franca Urbana di Torre Annunziata ma, stando al primo rapporto Invitalia, le aziende oplontine hanno utilizzato poco più di 1 milione e 342 mila euro. Si tratta di quasi il 9 per cento. La fotografia sull’anno 2015 dell’Agenzia nazionale, controllata dal Ministero dell’Economia, lascia poco spazio all’interpretazione: un flop locale la misura prevista dal dicastero per il rilancio delle zone di crisi in Italia.

L’INTERVENTO. La dotazione finanziaria complessiva è stata di 605 milioni, tra risorse nazionali (tra cui fondi Pac) e risorse regionali, ripartite tra L’Aquila, Carbonia Iglesias, Campania (con 98 milioni), Calabria, Sicilia e Puglia. L’intervento ha previsto quattro tipologie di agevolazioni, consistenti in: esenzione dalle imposte sui redditi, esenzione dall'imposta regionale sulle attività produttive, esenzione dall'imposta municipale propria ed esonero dal versamento dei contributi sulle retribuzioni da lavoro dipendente. Sulle 47 aree individuate hanno fatto richiesta 24.680 imprese.

IL DATO LOCALE. A Torre Annunziata hanno fatto richiesta di agevolazione 229 aziende, delle quali solo 122 hanno usufruito dei benefici economici, il 53 per cento. Un dato lontano, in classifica, dal 73 per cento delle imprese di Castelvetrano, prima città in graduatoria, dove a farne richiesta erano in 110 e ad usufruirne 80, oppure a Barletta, dove 617 società hanno usato le esenzioni, rispetto alle 856 che hanno presentato istanza: il 72 per cento.

Tirando le somme, nel Comune oplontino in 107 non hanno affatto utilizzato i fondi messi a disposizione. Tra queste 73 erano ditte individuali. In 89 hanno beneficiato di una prima trance del 25 per cento, 18 fino al 50 per cento, 3 imprese si sono fermate sotto il 75 per cento e solo 12 sono entrate nell’ultima fascia percentuale, tra il 75 ed il 100 per cento.

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