TORRE ANNUNZIATA. ‘Alta Marea – bis’, maxi-processo alla camorra atto secondo: 10 assoluzioni e 14 condanne a 115 anni di carcere totali. E’ la sentenza scritta oggi dai giudici della V sezione della Corte d’Appello di Napoli, nei confronti dei 24 imputati che tra ‘first-lady’ ora in declino, ex killer, colonnelli e  gregari del clan Gionta, dei ‘Fransuà’ e dei ‘Quaglia-Quaglia’, il 6 marzo 2015 ottennero dalla Cassazione l’annullamento con rinvio delle pene incassate in secondo grado nel 2013. Associazione a delinquere di stampo mafioso, droga, armi, tentato omicidio ed estorsioni, le accuse mosse a vario titolo dai pm della Dda di Napoli. Alla sbarra, il ‘gotha’ della cosca di via Bertone.

LE CONDANNE. Per Pasquale Gionta ‘o chiatto’, figlio di don Valentino e fratello di Aldo il ‘ras-poeta’, la condanna più alta: 19 anni (in appello 20 anni e mezzo). Assolta invece e a sorpresa, dall’accusa di far parte dell’associazione, sua sorella Teresa (difesa dagli avvocati Nicolas Balzano e Roberto Cuomo). In secondo grado, la figlia del super-boss ergastolano aveva incassato 10 anni di reclusione (pena ricalcolata in 8 anni e 8 mesi ‘solo’ per droga). Per Gemma Donnarumma, la storica ‘first-lady’ di Palazzo Fienga a processo per associazione mafiosa e traffico di 62 kg di hashish, è arrivata una condanna di poco inferiore ai 12 anni. Dieci anni e due mesi infine all’ex killer ora pentito Michele Palumbo ‘munnezza’; 16 a Giovanni Iapicca, anch’egli protagonista della faida coi rivali dei ‘Gallo-Cavalieri’, nella stagione di sangue vissuta tra il 2006 e il 2008 per il controllo del ‘droga-shop’ h24, apertosi in strada a Torre Annunziata.

ASSOLTI. I giudici hanno confermato la piena assoluzione - giunta in primo grado nel 2010 e ribaltata con condanne 3 anni dopo - per Giuseppe Di Ronza e il ‘quaglia-quaglia’ Aniello De Simone (in appello 8 anni), entrambi assistiti dal legale Ciro Ottobre. Stessa sorte per Salvatore Ferraro, alias “’o capitano”, difeso dall’avvocato Elio D’Aquino, e che nel 2013 venne condannato a 11 anni e 2 mesi. Anche Alfonso Chierchia, assistito da Vincenzo Cirillo, è stato scagionato dalle accuse dopo una ‘batosta’ a 10 anni ricevuta in secondo grado. Così come Luigi Arcobelli, difeso dal penalista Roberto Cuomo. Ad Arcobelli, in appello, i giudici avevano inflitto una condanna a 8 anni.

IL PROCESSO-IL BLITZ. Il blitz “Alta Marea”, nel 2008, seppellì il clan Gionta con 88 arresti per associazione di stampo mafioso, omicidio e traffico di stupefacenti. La retata portò al sequestro da 80 milioni di euro di 63 appartamenti, 8 terreni, 65 auto, 68 moto, 6 autocarri ed 11 società operanti nel settore delle costruzioni, dell'autotrasporto internazionale, dell'abbigliamento sportivo e del commercio all'ingrosso di prodotti ittici. In 5 anni, al processo più di 100 imputati: boss, affiliati, armieri e  colonnelli della cosca. Per molti, le condanne sono già definitive. Tra loro anche don Valentino Gionta, il fondatore del clan di via Bertone, insieme a suo figlio Aldo: entrambi a 14 anni. E poi il ras ex-latitante, Ciro Nappo ‘cap ‘e auciell’ (8 anni). Il 6 marzo 2015, l’ultimo atto in Cassazione. Dopo 8 ore di camera di consiglio, i giudici di Roma distribuirono condanne per 800 anni di galera.

IL VERDETTO.

ASSOLTI. Luigi Arcobelli; Aniello De Simone; Nunzio Facciuto; Salvatore Ferraro; Francesco Ieni; Giuseppe Di Ronza; Alfonso Chierchia; Gaetano Di Ronza; Salvatore Ferrara; Michele De Simone.

NUOVE PENE. Teresa Gionta - 8 anni e 8 mesi (escluso il 416-bis); Pasquale Gionta - 19 anni; Gemma Donnarumma - 11 anni e 8 mesi; Giovanni Iapicca - 16 anni e 2 mesi; Michele Palumbo - 10 anni e 2 mesi; Eduardo Venerando - 10 anni e 2 mesi; Adriana Riggi - 1 anno e mezzo; Alfonso Cesarano - 6 anni.

CONFERME. Salvatore Richiamo - 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Solimeno - 7 anni e 4 mesi; Maria Rosaria Iapicca - 6 anni e 8 mesi; Vincenzo Nastri - 6 anni e 8 mesi; Mario Nastri - 6 anni e 8 mesi; Giuseppe Coppola – 9 anni e 10 mesi.

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