Torre Annunziata, Gionta. Ciro Nappo, l’ultimo ras, a processo vuole lo ‘sconto’
Violazione alla sorveglianza e detenzione aggravata d'arma da fuoco. ‘Cap ‘e auciell’ sceglie l’abbreviato
22-09-2016 | di Salvatore Piro

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TORRE ANNUNZIATA. Violazione agli obblighi di sorveglianza e detenzione illecita d’ arma da fuoco aggravata dalla finalità mafiosa: ora il ras, a processo, vuole lo sconto della pena. Stavolta ce l’ha fatta Ciro Nappo, 43 anni, alias ‘cap ‘e auciell’, finito in manette il 26 maggio scorso e considerato l’ultimo reggente del clan Gionta.
I carabinieri del Nucleo operativo di Torre Annunziata (agli ordini del maggiore Leonardo Acquaro) circondando un casolare bunker, in zona ‘Panoramica’ a Trecase, quel giorno scrissero la parola fine sulla sua seconda latitanza. Il ras, nel bunker, con sé aveva una pistola semiautomatica Smith & Wesson (matricola abrasa), 39 proiettili calibro nove e un fucile ad aria compressa caricato a pallettoni. Il tutto era nascosto all’interno di un marsupio appeso al muro.
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Anche per quell’arma e quelle munizioni, Ciro Nappo, già condannato per associazione camorristica al termine del maxi-processo ‘Alta Marea’, è adesso alla sbarra in tribunale a Napoli. Imputato in un unico giudizio col suo presunto vivandiere, Vincenzo Ametrano, il 38enne accusato di averne favorito la seconda latitanza. Entrambi, assistiti dai legali Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo, dopo la richiesta di giudizio immediato formulata a fine estate dal pm Antimafia, Sergio Ferrigno, hanno scelto di difendersi con rito abbreviato.
Scelta che consentirebbe all’ex reggente e al vivandiere di ottenere così, quasi d’emblée, lo sconto di un terzo della pena. Il ras dei Gionta stavolta ce l’ha fatta. Sì perché anche nel processo apertosi quasi in parallelo a Torre Annunziata (il 16 settembre scorso, ndr), e che vede Nappo imputato di una sola violazione alla sorveglianza speciale - era l’8 marzo 2015 – ‘cap ‘e auciell’ aveva chiesto una sentenza rapida, ‘allo stato degli atti’, saltando il dibattimento, senza troppe garanzie o ‘fronzoli’ di sorta. Ma gli era andata male. “Richiesta tardiva, processo già in fase avanzata” – la risposta dei giudici. A Napoli sarà diverso. Il ras, col suo presunto vivandiere, stavolta ce l’ha fatta. E, già a fine settembre, spera nello sconto della pena.
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