Torre Annunziata. Associazione mafiosa, lesioni aggravate, usura e tentata estorsione: condannate a vario titolo, ma con "sconto" in appello e due scarcerazioni eccellenti, le 4 donne dei Gionta. “Zì Carmela”, la 72enne sorella del super boss di camorra don Valentino, il fondatore del clan. E poi Annunziata Caso, Gemma junior e Pasqualina Apuzzo, rispettivamente moglie, figlia e suocera del boss poeta Aldo, tuttora rinchiuso al 41-bis come suo padre.

Il secondo grado del processo unico alle donne dei Valentini regala sorprese e pene più lievi rispetto a quelle inflitte dai giudici in primo grado. Carmela Gionta, l’anziana zia condannata per usura e difesa dall'avvocato Mauro Porcelli, ha incassato 6 anni e 4 mesi di reclusione: due anni in meno rispetto alla condanna subita in primo grado. Due, invece, i prestiti elargiti dalla sorella di don Valentino ad altrettanti imprenditori in crisi di Torre Annunziata: il primo di 10mila euro, l’altro di 15mila. Il tasso d’interesse oscillava tra l'8 e il 10%. 

Nunzia Caso, la moglie del boss Aldo Gionta, donna “autorevole e piena di prestigio" - secondo gli investigatori - Gemma junior e Pasqualina Apuzzo, erano alla sbarra per l'agguato teso proprio ai danni della loro zia. Carmela Gionta fu ferita nella sua casa in Largo Grazie. Era il 18 luglio: una coltellata sferrata al volto della 72enne rappresentò il segnale. Uno "sgarro" in piena regola, un "guanto di sfida" lanciato dalle giovani leve in gonnella dei Gionta per riscrivere la leadership nel settore delle estorsioni.

Annunziata Caso, assistita dal penalista Roberto Cuomo, è stata condannata a cinque anni di galera. L'accusa, per la moglie di Aldulk il ribelle, in primo grado era già stata derubricata da tentato omicidio a lesioni aggravate. Il risultato, ora, è uno "sconto" di un anno e 8 mesi a fronte del primo verdetto. Caduta l'aggravante della premeditazione, il carcere lo hanno evitato Pasqualina Apuzzo e Gemma Gionta junior.

Entrambe - difese dai legali Roberto Cuomo, Maria Macera, Mario Covelli, e condannate in primo grado a due anni ed otto mesi ciascuna - hanno ottenuto un ulteriore sconto (ad un anno la nuova condanna). Per loro la pena è ormai sospesa, così ritornano libere. Tra 30 giorni il deposito delle motivazioni della sentenza. Poi, sarà tempo di Cassazione.

 

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