Torre Annunziata. In carcere dal 2009 - a scontare due condanne definitive a complessivi 19 anni per lo spaccio di droga gestito dal clan Gionta - in appello ottiene lo 'sconto'. E così nel 2017 Agostino Monaco, 30enne oplontino ex latitante e ritenuto elemento di spicco dell'organizzazione camorristica egemone a Torre Annunziata, potrebbe perfino uscire di galera in affidamento ai servizi sociali.

IL PROVVEDIMENTO. Il fratello di Salvatore e Luigi, alias i due "tittone", già condannati  in primo grado rispettivamente a 10 e 14 anni perchè "rifornivano stabilmente di cocaina" il clan Falanga di Torre del Greco, ha ottenuto un forte "sconto" della pena: da 19 a 14 anni ed 8 mesi di reclusione.

"Sconto" frutto dell'ordinanza emessa ieri dai giudici della quinta penale della Corte d'Appello di Napoli, che hanno accolto l'istanza avanzata nell'interesse del più giovane dei "tittone" (costola egemone, ma alleata ai Gionta nel settore del traffico di sostanze stupefacenti in tutta la provincia di Napoli) dal suo legale di fiducia, il penalista Ciro Ottobre.

LE CONDANNE. Chiara la strategia difensiva, incentrata sulla richiesta del riconoscimento della "continuazione" tra i reati. Agostino Monaco, nel 2009, venne infatti condannato ad 8 anni di galera perchè "per conto del clan Gionta gestiva una piazza di spaccio a via Bertone". Il 30enne fu incastrato dalle videocamere piazzate dai poliziotti lungo Corso Vittorio Emanuele. Gli occhi elettronici sorpresero 13 pusher attivi al Quadrilatero Carceri. Tra questi anche Monaco, ripreso in 23 occasioni intento a spacciare. In altri 212 episodi di singole cessioni, invece, il pluripregiudicato torrese - secondo i giudici - "forniva un contributo di vigilanza per rafforzare il disegno criminoso dei suoi complici".

Nel 2013, poi, la seconda condanna. Ancora più pesante: 10 anni ed 8 mesi per associazione finalizzata al traffico illecito di sostanze stupefacenti. Una "batosta" giunta al termine del maxi-processo "Alta Marea", il blitz dei carabinieri che nel 2008 smantellò il clan Gionta con 88 arresti per associazione di stampo mafioso, omicidio e traffico di droga. La retata portò al sequestro da 80 milioni di euro di 63 appartamenti, 8 terreni, 65 auto, 68 moto, 6 autocarri ed 11 società operanti nel settore delle costruzioni, dell'autotrasporto internazionale, dell'abbigliamento sportivo e del commercio all'ingrosso di prodotti ittici.

LA LATITANZA. Agostino Monaco, nel 2008, sfuggì al blitz e divenne latitante: super ricercato per oltre un anno.  La sua latitanza terminò il 6 febbraio del 2009. Il più piccolo dei "tittone", già destinatario di due ordinanza di custodia cautelare in carcere, fu arrestato all'interno della sua nuova abitazione di Terzigno.

Monaco, all'epoca 23enne, si era allontanato da Torre Annunziata anche grazie ai legami vantati con la criminalità organizzata dei paesi vesuviani. Ma venne braccato dagli agenti del commissariato di San Giuseppe Vesuviano in una zona periferica del comune di Terzigno, dove insieme alla sua famiglia aveva costituito una cellula criminale operativa parte, secondo gli inquirenti, di un organismo più complesso. La "cellula", infatti, non tagliò mai i rapporti con la camorra di Torre Annunziata. Rapporti che, attraverso il "business" droga, fruttavano decine di migliaia di euro l'anno. 

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