Torre Annunziata. Scarsi indizi su chi nel panificio, in pieno centro e cinque giorni prima della Santa Pasqua, tentò di imporre il pizzo: il Riesame scarcera Raffaele Raia 'o zumbariello (36 anni, nella foto), figlio di Amedeo, boss ergastolano del clan Gionta. Raia, secondo la dda di Napoli, è tra i principali esattori della cosca di camorra. Per questo motivo il 36enne, difeso dall'avvocato Giuseppe De Luca, il 18 maggio scorso finì in cella a Poggioreale. Per lui l'accusa fu di tentata estorsione aggravata dalla modalità mafiosa.

LA VICENDA. Il 22 marzo, per l'antimafia, il figlio del boss, in compagnia di un complice, pretese dal titolare di una nota panetteria di Torre Annunziata "un regalo per i carcerati di Palazzo Fienga", l'ex fortino di camorra dei Gionta. Regalo "chiesto" cinque giorni prima di Pasqua. A denunciare tutto agli inquirenti fu la stessa vittima.

L’imprenditore raccontò inoltre di essere già stato costretto, venti anni prima, a pagare assieme al padre circa 300mila lire. Ma a taglieggiare entrambi, in quel caso, furono esponenti del clan Gallo. Dal canto suo 'o zumbariello si è sempre professato innocente, tanto da spingere la sua difesa a richiedere ai giudici un incidente probatorio "finalizzato al riconoscimento in foto" del presunto estorsore. Per l'avvocato di Raia, infatti, la "vittima quel giorno sbagliò persona".

LA DIFESA. "Raffaele Raia è innocente, del tutto estraneo alla vicenda - il commento del difensore di 'o zumbariello, il legale Giuseppe De Luca - . Anche per questa ragione ho intrapreso, fin dall'inizio, una lunga battaglia alla ricerca della verità processuale. Nel nostro ordinamento - ha concluso l'avvocato - risulta spesso difficile assistere un innocente. Ma l'esito ottenuto ieri, a tarda sera, per una volta ha sconfessato le difficoltà incontrate".    

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