Quindici consiglieri contro dieci. Con una maggioranza più risicata rispetto a quella bulgara di inizio secondo mandato, Giosuè Starita, sindaco di Torre Annunziata, si appresta a chiudere l’ultimo anno del decennio alla guida del Comune oplontino. Con la giunta azzerata lunedì pomeriggio, il primo cittadino governa di nuovo da solo come qualche anno fa. Se è vero che in politica tutto cambia molto velocemente ed i colpi di scena sono dietro l’angolo, questa volta, però, sembra davvero che si sia trovata la quadratura del cerchio: una poltrona per ogni singolo sostenitore è l’ultima ricetta in salsa torrese.

Ma la storia ha intrecci più complessi. La telenovela politica di Palazzo Criscuolo, che va avanti ormai da quasi un anno, ha assunto negli ultimi giorni anche tinte gialle. Clamoroso, infatti, la messa alla porta di quasi tutto il gruppo di Nuovo Centro, Rocco Manzo unico escluso. Sembra che tra i tanti motivi, alla base ci sia stato il tentato tradimento al sindaco. Da giorni ormai il vociare sulla sfiducia al capo dell’amministrazione era diventata man mano sempre più insistente. Oltre all’opposizione, pronta a protocollare le firme, per raggiungere il numero previsto dalle ‘dimissioni ultra dimidium’, ovvero almeno 13, sembrava potessero esserci anche alcuni della maggioranza, tra cui, appunto, i tre consiglieri di NC, De Stefano ed alcuni esponenti di spicco del PD, come Ammendola ed Ascione che pare avrebbe firmato a patto di essere indicato quale futuro candidato sindaco.

Per questo motivo, ma non solo, è stato ridimensionato il gruppo consiliare che sostiene Starita. Di qui, poi, la trovata di quest’ultimo: accontentare tutti i fedelissimi con un ruolo di primo piano nella futura giunta o con un posto di sottogoverno. Ai 7 assessori disponibili, va aggiunta la presidenza del consiglio e quella di Prima Vera, i 3 membri dell’OIV ed altrettanti quelli dei revisori dei conti, per un totale di 15 posizioni utili. Modificata in parte anche la composizione della squadra di governo con l’implosione di Nuovo Centro. A Manzo, unico superstite, sarà dato comunque un assessore, riconoscendogli in questo modo la fedeltà al sindaco. Due quelli al PD: confermate dalla segreteria le indiscrezioni che avevamo dato qualche settimana fa, Raiola e Carillo. Uno a testa per Roviello, De Stefano e Gallotta.

Discorso a parte per Lucibelli, rappresentante di una componente Dem, che sembra indirizzato a sponsorizzare il nipote quale futuro presidente di Prima Vera. E per Vitiello che, ormai separato in casa dal resto di Ncd, potrebbe sostituire Di Donna alla guida dell’assise pubblica o avere un ruolo di sottogoverno.

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