La notte di Capodanno del 2008 a Torre Annunziata, Giuseppe Veropalumbo fu vittima innocente di un destino crudele, colpito da un proiettile vagante. Oggi, la sua memoria vive attraverso le parole di sua moglie, Carmela Sermino, che con un commovente post sui social lo ricorda e rinnova il suo impegno a lottare per la giustizia e il cambiamento.

Carmela immagina un dialogo con Giuseppe, rivolgendosi a lui con affetto e nostalgia. "Ciao Peppe, come va? Hai incontrato mamma? Ti ha cucinato?", scrive, dipingendo con poche parole un quadro di tenerezza familiare. Ma accanto alla malinconia, emerge la forza di una donna che non si arrende, che cerca di dare un senso al vuoto lasciato dalla tragedia e di trasformarlo in un messaggio universale.

Ludovica, la figlia che Giuseppe non ha potuto vedere crescere, è oggi una giovane donna di 18 anni. "Vuole diventare assistente sociale", racconta Carmela, a testimonianza di come anche il dolore possa trasformarsi in vocazione e speranza.

Nel suo messaggio, Carmela non si limita al ricordo personale, ma affronta temi di ampio respiro. Parla dei giovani "reclusi" da una società che spesso non offre loro gli strumenti fondamentali per crescere: "Alcuni hanno sbagliato perché non hanno ricevuto. È una parola magica, Ricevere. È un dono ed è così raro". Denuncia l'assenza di uno Stato che, quando manca, lascia spazio alla povertà, all'emarginazione e alla violenza.

Le sue parole si fanno ancora più accorate nel descrivere la realtà drammatica che circonda la città di Napoli e i suoi giovani: "A Napoli sono morti altri ragazzini uccisi da altri ragazzini. Senti che rumore fa la parola 'Ragazzini'. Ghiaccia a solo dirla. È una mattanza".

Nonostante il dolore, Carmela non smette di lottare. La sua è una battaglia quotidiana, vissuta con un impegno che lei stessa definisce "la più alta condanna e, al contempo, il più alto impegno". Continua a gridare, a raccontare la storia di Giuseppe, affinché il suo sacrificio non venga dimenticato.

Conclude il suo messaggio con un appello forte e universale: "Non mollerò affinché il mondo cambi e tu possa avere giustizia". Il nome di Giuseppe Veropalumbo risuona ancora, simbolo di una tragedia che non deve essere dimenticata e di un futuro che Carmela spera possa essere diverso.

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