Gli affari del clan Gionta messi a nudo da un pentito. Deve scontare 20 anni di carcere Pietro Izzo, il soldato del clan di Torre Annunziata tra gli incaricati della riscossione del pizzo. Da circa un anno, però, da quando la Cassazione ha confermato la sentenza di condanna, ha deciso di collaborare con la giustizia.

E l’ha fatto ricostruendo la rete di racket ed estorsioni che i Gionta avevano tessuto su Torre Annunziata. Imprenditori, commercianti e altri che non si ribellavano e anzi, puntualmente consegnavano il denaro nel silenzio. Ha deciso di parlare Izzo, dopo aver saputo del piano costruito per ucciderlo dagli stessi suoi alleati già sei anni fa, quando sfuggì a un agguato.

Dalle sue dichiarazioni potranno ora emergere ulteriori indizi per ricostruire il controllo dei Gionta sulla città di Torre Annunziata, attraverso gli affari dello spaccio, il giro delle estorsioni, nomi e cognomi dei capi, di chi comanda e di chi continua ad alimentare la strategia del terrore.

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