Quando l’arbitro gli strinse il polso, i secondi e tutto lo staff presero fiato pronti ad un grido liberatorio che avrebbe segnato lo storico passaggio in semifinale. È l’ultimo fotogramma della boxe torrese alle olimpiadi: nei quarti di finale Alfonso Pinto perse ai punti in un match che aveva dominato. Su quel risultato, la dietrologia, forse non troppo distante dalla realtà, ha richiamato anche equilibri politici internazionali.

Sono trascorsi 12 anni da quando un atleta di Torre Annunziata è passato sotto il fuoco della fiaccola olimpica. Il minimosca Pinto era arrivato ad Atene 2004 con un palmares di altissimo livello: 13 volte campione d’Italia, 2 argenti agli europei, 4 medaglie, di cui 2 ori, ai giochi della Comunità europea, e ancora 1 oro ed un argento ai Giochi del Mediterraneo.

Ma il pugilato oplontino non è stato solo in Grecia. Era a Città del Messico nel 1968 ed a Monaco nel 1972 con Ernesto Bergamasco. In Messico vi era arrivato come riserva e nell’edizione successiva dei Giochi pronto a disputare gli incontri. Ma come una persecuzione, gli attentati nelle due edizioni gli hanno segnato le esperienze Olimpiche. Bergamasco era giunto nell’ex Germania Ovest come campione italiano professionista e, allora come ancora oggi, con i grandi baffi che gli nascondevano il sorriso. Nella stanza dei trofei che custodisce con orgoglio anche quella medaglia ricevuta dalle mani dell’ex presidente italiano Sandro Pertini.

Per tutti gli anni ’90 è stato Pietro Aurino a far sognare la città. Ha vinto tutto nel mondo dilettanti e tanto in quello professionista. Dei 41 incontri disputati, l’arbitro ha alzato 38 volte il suo pugno al cielo. Ma ad Atlanta 1996 si è fermato al secondo turno. Poi, quella strada sbagliata negli anni 2000 ed nei giorni scorsi invece, in un’intervista alla Gazzetta dello Sport, ha detto di “essere cambiato come uomo, ma non come atleta: sono ancora il più forte”. Aurino ha promesso di tornare sul ring già nel prossimo autunno.

Quest’anno, nel 2016, sarà Irma Testa a passare sotto i 5 cerchi. Nella XXXI edizione di Rio de Janeiro, in Brasile, la giovanissima atleta si dovrà rifare dalla sconfitta anticipata ai mondiali di Astana ma forte di una qualificazione ai Giochi avuta lo scorso mese di aprile. Due volte campionessa italiana, un oro ed un argento ai mondiali, e 3 medaglie, di cui un oro, agli europei. Ha vinto l’argento alle Olimpiadi giovanili ed ha buttato sul ring le pugili che stanno in vetta al ranking mondiale.

Tanti ancora i nomi che hanno portato Torre Annunziata in giro per l’Italia ed il mondo. Biagio Zurlo, Gaetano Nespro, Pasquale Perna e Raffaele Bergamasco, oggi ct proprio della nazionale italiana, sono solo alcuni. Sullo sfondo, da oltre mezzo secolo, sempre lui: Lucio Zurlo, il maestro di tutti.

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