“Ricordare Mamma Matilde significa non restare in silenzio dinanzi a quello che accade. Solo così non diventiamo complici morali di omicidi ogni qualvolta preferiamo l’omertà rispetto alle ingiustizie che vengono perpetrate a danno dei giovani e delle povere vittime di camorra”.

Il rettore dei Salesiani di Torre Annunziata don Antonio Carbone ha ricordato così l’assassinio di Mamma Coraggio. A distanza di 17 anni da quell’efferato omicidio, la comunità di recupero che porta il nome di Matilde ha deciso di ricordarla con un evento nel segno della legalità.

Il capo del nucleo investigativo dei carabinieri di Torre Annunziata Simone Rinaldi ha incontrato i ragazzi di “Casa Matilde”. Per un’ora ha raccontato aneddoti e risposto alle domande, curiose e incessanti, che i ragazzi gli hanno rivolto. “La sua visita – ha continuato don Antonio Carbone – è stato un momento significativo per ricordare ai ragazzi che i carabinieri non si incontrano solo quando gli arriva loro una notifica o quando devono andare in caserma per un interrogatorio. E’ stato detta loro la verità: sono persone che si mettono al servizio di questo territorio. In questo contesto, il nostro obiettivo è quello di creare una rete di solidarietà, dove le forze dell’ordine non vengono visti come nemici. Sono dalla parte dei ragazzi e di quelli che cercano il bene di una comunità”.

Un fascio di fiori ha sugellato la giornata di ricordo. I ragazzi della comunità hanno deposto un mazzo di fiori dinanzi al monumento dedicato alle vittime di camorra: “Un gesto – ha concluso don Antonio - per provare a tenere la porta della nostra comunità aperta non ad una pistola che spara ma per quei ragazzi che hanno bisogno di una casa ma che in questo momento non hanno”.