Rimettere al centro dell’agenda del governo regionale la questione lavoro, partendo proprio da Torre Annunziata”. È questo l’intento della manifestazione che i sindacati confederali terranno proprio nella cittadina oplontina venerdì 29 gennaio alle 9 e 30. A scendere in piazza i metalmeccanici delle tre sigle sindacali, la Fim-Cisl, la Fiom-Cgil e la Uilm-Uil che sfileranno dallo stadio Giraud lungo il corso cittadino.

Questa città è diventata un deserto industriale. Le realtà produttive, insediate nella zona di Rovigliano, sono rimaste il tempo delle agevolazioni: 5 anni. Poi sono sparite”. Ha denunciato Giovanni Striano, responsabile provinciale della Fim-Cisl che ha aggiunto: “Fino ad oggi i lavoratori hanno resistito con gli ammortizzatori sociali che sono quasi finiti. Addirittura, chi è uscito dalla mobilità ordinaria nel 2015 non potrà usufruire delle deroghe in questi primi 6 mesi. La Regione fino adesso è stata assente, nonostante il vecchio governo aveva stilato la delibera dei 12 milioni di euro per la formazione e i nuovi insediamenti industriali”. Di qui l’appello: “Questa non è la città della camorra ma della disoccupazione. Occorre ricostruire il tessuto lavorativo distrutto dalla politica e dalle istituzioni”.

Gli ha fatto eco il responsabile provinciale Fiom-Cgil, Antonio Santorelli: “L’area torrese è stata data ad imprenditori che non hanno pensato all’occupazione ma solo all’acquisizione degli spazi. I lavoratori sono stati messi nell’angolo e privati della dignità”. Per questo “l’appello alla città ed alla chiesa che, con Papa Francesco, si mostra più vicina agli ultimi, affinché scendano in strada a manifestare con noi”.

Sotto la lente di ingrandimento del sindacato, secondo Catello Agretti della Uilm-Uil, la “situazione dello Spolettificio che è stato trasformato da industria a officina di meccanica per riparazione. Credo che si potrebbe fare lo stesso lavoro da altre parti, pagando meno. La struttura ed i lavoratori, invece, potrebbero essere recuperati e destinati a qualcosa di diverso”. O ancora, gli spazi dell’ex Italtubi “destinati a Pompei 2000 ma la cui riconversione è ferma da tempo”. Per il sindacalista: “Il contratto d’area firmato nel 1992 ed iniziato due anni dopo oggi si palesa come un fallimento. Sia Torre che Castellammare hanno visto svanire le possibilità di rilancio, industriale per la prima, turistica per la seconda”. Per questo “occorre una politica decisa da parte dei vertici regionali che devono richiamare gli imprenditori per investire in queste aree. Non si tratta – conclude Agretti – solo di occupazione ma anche di sostegno sociale”.

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