Torre Annunziata può e deve rinascere. È questo il messaggio che il circolo locale del Partito Democratico lancia con il piano “Riapri Torre”, una proposta articolata in sei punti per combattere la desertificazione commerciale che ha colpito il cuore cittadino. Al centro della nota firmata dal segretario Ciro Passeggia, la volontà di far tornare corso Umberto I, corso Vittorio Emanuele III, via Gino Alfani e le altre arterie storiche della città a essere luoghi vivi, frequentati, produttivi. Accanto a questo, una richiesta chiara: restituire al Lido Santa Lucia la sua funzione naturale di eccellenza turistica e culturale, dopo anni di abbandono e occasioni perse.

Il commercio locale come presidio di identità e sicurezza. Il progetto “Riapri Torre” mira non solo a riattivare le attività economiche, ma a farlo con una visione strategica e inclusiva. Il PD propone incentivi economici e fiscali, bonus affitti per donne e giovani imprenditori, un censimento digitale dei locali sfitti, la creazione di un marchio cittadino per le botteghe storiche e la promozione del commercio di prossimità.

Ma non è solo questione di soldi: si parla di eventi culturali nei quartieri, laboratori artigiani, festival tematici, digitalizzazione dei servizi e rigenerazione fisica delle strade e delle piazze. “Senza vetrine luminose, non si accende la luce della speranza”, si legge nel documento del PD, che chiama l’amministrazione comunale a farsi promotrice di un Patto per il Commercio Urbano, coinvolgendo cittadini, imprenditori e associazioni. L’obiettivo è chiaro: ricucire il tessuto urbano, economico e sociale attraverso una serie di azioni concrete, strutturate e partecipate.

Santa Lucia: il rilancio di un simbolo. Se il centro cittadino è il cuore commerciale di Torre Annunziata, il Lido Santa Lucia è il suo volto marino, oggi purtroppo sfigurato. L’ex complesso balneare, un tempo vanto della città, è oggi ridotto all’abbandono. Eppure, tra la metà del ‘900 e gli anni '80, era un luogo di svago, sport e cultura, con ristorante, piscina, eventi pubblici e ampi spazi per il turismo.

I tentativi di rilancio sono stati numerosi, ma tutti naufragati: tra il project financing del 2004, i bandi del 2010 e 2013, e l’ultima concessione del 2015, sfociata in un progetto da 2,5 milioni di euro mai davvero decollato, il risultato resta l’abbandono. Il PD riconosce le responsabilità politiche del passato, ma chiede oggi una svolta: un piano trasparente, condiviso con Regione, Sovrintendenza e società civile, che parta dalla riacquisizione dell’area per arrivare alla sua rigenerazione.

“Serve una gestione nuova, pubblica o pubblico-privata, guidata da regole chiare e vigilanza costante, per trasformare i 14.500 metri quadrati del Lido Santa Lucia in una risorsa turistica di qualità: con spiaggia attrezzata, centro benessere, bar, ristorante, aree per famiglie e collegamenti efficienti”, si legge nel documento.

Nel frattempo, si chiede di non perdere altro tempo: interventi di pulizia, messa in sicurezza e progettazione partecipata devono partire subito. Perché la rinascita del Lido Santa Lucia non è solo un’opera pubblica, ma una cartina di tornasole per l’intero destino della città.

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