Torre Annunziata. "Aldo Gionta deve restare al 41-bis". Il tribunale di Sorveglianza di Roma ha chiesto ieri - al Ministro della Giustizia Andrea Orlando - di prorogare per altri 2 anni il regime del carcere duro a carico del boss poeta di Torre Annunziata, figlio del capoclan Valentino Gionta.

Secondo i magistrati, Aldo Gionta, 44anni, attualmente detenuto ad Opera (Milano), è ancora pericoloso e potrebbe comunicare con l'esterno. Per lui, che nel 2007 scrisse pure un libro, "Aldulk il poeta ribelle", in copertina uno spadaccino ed all'interno 70 pagine che ripercorrono le tappe di una vita "sotto la tortura del 41 bis", priva di contatto con i suoi figli, non potrebbe configurarsi altro tipo di regime detentivo.

Gli avvocati di Aldo Gionta - i penalisti Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo - avranno adesso dieci giorni di tempo per opporsi alla richiesta avanzata dal tribunale. I due legali chiederanno che il boss ottenga il carcere "ordinario". Difficile che la richiesta venga accolta. Nonostante nel suo libro "Aldulk" scriva una dedica quasi strappalacrime: "è un Dono al Mio Nipotino con Immenso Amore Nonno Aldo".

Aldo Gionta, nel 2008, venne pure accusato dall'antimafia di scrivere dal carcere "pizzini" indirizzati al figlio, Valentino junior, e ad altri baby camorristi. Tra questi il ras Sasà Paduano, all'epoca minorenne. "Imparate a sparare con mitra e kalashnikov. Ma in posti dove non vengono gli sbirri", le indicazioni contenute nei "pizzini" per addestrare le nuove leve della camorra di Torre Annunziata.  

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