Torre Annunziata, imprenditori schiacciati dai Gionta: raffica di estorsioni per ricostruire l'impero
Scuola guida e onoranze funebri: così i Valentini tenevano in scacco la città. Ma nel silenzio assordante dell'omertà, c'è chi ha avuto coraggio
16-07-2025 | di Rosanna Salvi

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Era costretto sia a pagare il pizzo, che a rilasciare raffiche di patenti ai familiari e ai soldati del clan Gionta. Emergono ulteriori particolari agghiaccianti nell'ordinanza di arresto contro la cosca dei Valentini, che ha portato alla cattura di ben 17 affiliati. Nero su bianco, pagina dopo pagina, sfilano le condotte estorsive dell'organizzazione criminale, che per decenni ha devastato Torre Annunziata. Un protocollo specifico, che assoggettava gli imprenditori del territorio al loro spietato dominio. Tra le vittime del clan anche una storica scuola guida oplontina, costretta per decenni a versare il pizzo.
Anche un imprenditore, attivo nel settore delle onoranze funebri, era sottoposto da tempo alle richieste estorsive non solo dei Gionta, ma anche dei Gallo-Cavalieri e del IV Sistema. Stessa sorte anche per un'altra vittima, attiva però in campo edile. Dalle indagini è emerso che sarebbe stata costretta ad assumere, per volontà della stessa Gemma Donnarumma, alcuni familiari degli affilati. Tre storie diverse, ma con un punto in comune: liberarsi da quel cappio stretto intorno al collo.
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Per decenni in città ha regnato un silenzio assordante, su cui si è alimentato nel tempo l'impero dei Gionta. Le intimidazioni, le minacce e la paura hanno chiuso la bocca ai tanti commercianti stritolati e ridotto all'osso. Ma negli ultimi anni la disperazione e il buio, hanno preso il sopravvento e cambiato la direzione di questra inticata vicenda. "Solo di recente, sebbene fosse sempre tangibile l'assoggettamento dei commercianti oplontini, il muro dell' omertà era in parte incrinato dalle denunce sporte da alcuni imprenditori, che trovavano il coraggio di denunciare l'imposizione del racket da parte del clan Gionta", si legge nell'ordinanza. Un punto chiave dell'attività di indagine, che descrive dettagliatamente come sia stato squarciato in parte il velo dell'omertà.
Elementi che provano però, senza dubbio, la resistenza delle organizzazioni camorristiche sul territorio oplontino. I Valentini, pur avendo subito svariati colpi da parte dello Stato, non hanno mai rinunciato ai loro affari criminali. Lidi balneari, bar, onoranze funebri. Chiunque avesse un'attività di successo, doveva vedersela con il clan. Ma a scrivere un finale diverso è stata la maxi operazione condotta ieri dai Carabinieri. Una sinergia tra Procura di Napoli, Dda e militari oplontini che ha decapitato la cosca con 17 arresti, tra cui Gemma Donnarumma. La moglie del superboss Valentino, mente strategica della cosca, ritorna in cella.
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