TORRE ANNUNZIATA. In tribunale manca un nuovo giudice e così la decisione sul "caso" Maria D'Ambrosio, la 37enne di Torre Annunziata deceduta la notte del 12 novembre 2014 nella sala parto dell'ospedale "Sant'Anna" di Boscotrecase (qui e nel link correlato, ndr), slitta ancora.

Si conoscerà infatti soltanto entro il prossimo mese di febbraio l'eventuale "ok" del gip sulla partenza del processo a carico di sette indagati - tra ginecologi, anestesisti ed infermieri - che assistettero la giovane mamma quella notte, poco prima della tragedia.

A morire, in seguito a complicanze del parto, non fu però solo Maria D'Ambrosio. Anche il feto che portava in grembo, quello della piccola Francesca, non vide mai la luce. Dopo la tragedia, sette componenti dell'equipe sanitaria finirono sotto inchiesta (per atto dovuto) con l'accusa di omicidio colposo in concorso.

Secondo il pm della Procura  di Torre Annunziata, Antonella Lauri, non si trattò dell'ennesimo caso di malasanità. “Maria D’Ambrosio morì durante il parto per un’imprevedibile cardiopatia dopo gravi convulsioni. Nessuna colpa medica”. Questa la conclusione del magistrato, che il 9 febbraio scorso chiese al giudice di archiviare la posizione di tutti gli indagati.

La decisione sul sì al processo, dopo l'opposizione alla richiesta formulata dall'avvocato Mauro Porcelli, legale dei parenti della giovane madre torrese, era attesa entro la giornata di ieri. Ed invece tutto è stato rinviato, così come lo scorso 21 giugno, sempre per lo stesso motivo.

A Torre Annunziata, a mancare è un nuovo giudice competente nel disporre anche una possibile proroga per 6 mesi delle indagini. Il precedente gip, Antonello Fiorentino, non potrà più pronunciarsi: è incompatibile. La decisione spetta insomma a un nuovo magistrato. Che al Palazzo di Giustizia di Corso Umberto I, tuttavia, ancora non si vede.

 

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