Un anno fa il blitz dell'Antimafia al Comune di Torre Annunziata. Da quel momento uno tsunami politico e giudiziario travolge l'intero consiglio comunale. Scatta l'inchiesta e quello che emerge fa tremare gli uffici: il Sindaco Vincenzo Ascione e la camorra sarebbero legati a doppio filo. Inevitabile lo scioglimento per infiltrazioni. Sotto accusa tutti i consiglieri, anche quelli innocenti. Ieri la decisione dell'Avvocatura di Stato di non procedere contro 17 politici - tra consiglieri comunali e assessori - ritenuti estranei alle vicende criminali dell'ex amministrazione. 

“Una gioia immensa, credo fermamente nella giustizia e finalmente è uscita fuori la verità - dichiara l'ex consigliera Germaine Popolo - Non mi aspettavo di essere coinvolta, non riuscivo a capire come potesse essere possibile. Mi sono battuta cinque anni per far emergere tutte le opacità. Parlare di una ricandidatura è prematuro, bisogna prima ritrovare la serenità che ci è stata tolta. Mi auguro che la politica possa liberarsi dalla morsa dell’oligarchia ed aprirsi di più ai cittadini e ai confronti pubblici. Tiro un respiro di sollievo e brindo alla giustizia”.

Confermata l'incandidabilità per l'ex sindaco e sei dei suoi fedelissimi. L'Avvocatura di Stato procederà nei confronti di Vincenzo Ascione, Rocco Manzo, Giuseppe Raiola, Giocchino Langella, Maria Oriunto e Luisa Refuto, ritenuti responsabili della cattiva gestione della cosa pubblica, favorendo ingerenze esterne, e soprattutto, aprendo le porte del Comune alla criminalità organizzata

Fuori dalla lista nera anche l'Avvocato Pierpaolo Telese, ex consigliere comunale all'opposizione. “Questa notizia mi dà enorme gioia. Incredibile che chi abbia portato una voce di dissenso sia stato travolto da questo terremoto politico. Sottolineo che non c’era alcun processo contro di noi, quindi non è possibile parlare di assoluzione. Non siamo mai stati imputati. Ho votato contro gli atti amministrativi, lavorando sempre per la trasparenza. Ricandidarsi? I tempi non sono maturi per affrontare questo tipo discorso. Bisogna prima raccogliere le energie, e poi si vedrà".

Dall'inchiesta in corso emerge chiaramente - come sottolineato dalla nota dell'Avvocatura di Stato - che la giunta comunale, nel suo complesso, non è responsabile dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche. La lente di ingrandimento degli inquirenti è puntata su singole e specifiche condotte individuali, pertanto 'non è ipotizzabile alcuna forma di litisconsorzio'

“Sono sempre stato tranquillissimo, consapevole della mia totale estraneità a quelle dinamiche - sottolinea l'ex consigliere Salvatore Solimeno - Apprendo questa notizia con gioia, ma non ho mai nutrito particolare preoccupazione in merito. Rispetto ad un'eventuale ricandidatura non è ancora tempo per discuterne. La passione c’è, ed è evidente. Inoltre in politica ‘mai dire mai’, staremo a vedere”.

Nella prima udienza dell'otto novembre dell'anno scorso era iniziata una guerra delle notifiche, consegnate solo a 7 consiglieri comunali su 24. Tra questi Davide Alfieri e Marcello Vitiello che, ad oggi, dichiarano di non essere ancora a conoscenza dei motivi dell'incandidabilità. 

"Mi sono ritrovato nella lista nera senza nemmeno sapere perchè - specifica Davide Alfieri - non ho mai avuto alcuna notifica quindi non so da cosa sia scaturita la decisione. Apprendo oggi questa notizia ma non saprei che sensazioni avere in merito. Per quanto riguarda una mia eventuale ricandidatura è prematuro parlarne, i tempi non sono ancora maturi.".


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