TORRE ANNUNZIATA. Inchiesta ‘Lido Azzurro’: tutto si decide il 1 settembre. Il gip Antonello Anzalone, del Tribunale di Torre Annunziata, ha fissato l’udienza per decidere sulla opposizione alla richiesta di archiviazione dei pm nei confronti di Alfredo Vitagliano, Vincenzo Sica ed Anna Pesacane (gestore dello stabilimento, ex city-manager, ex responsabile Demanio Comune). I tre sono indagati a vario titolo per abuso e rifiuto di atti d’ufficio. Al centro dell’indagine, presunte ‘ombre’ sulla gara che il 9 maggio 2007 affidò la concessione dell’area demaniale del Lido alla ‘Villa Savoia srl’ (su inchiesta e successivi sviluppi vedi link correlati, ndr).

I PERCHE’ DELLA OPPOSIZIONE. Ad opporsi alla richiesta di archiviazione è stato l’ex legale rappresentante della ‘L.A. Terme Vesuviane’, società che partecipò all’appalto aggiudicatosi dalla ‘Villa Savoia’. Parte offesa che ora mette nero su bianco i motivi per i quali l’indagine dovrebbe proseguire. “Sospetta magnanimità della Pubblica Amministrazione (il Comune di Torre Annunziata, ndr)”, che avrebbe favorito l’ATI con capogruppo ‘Villa Savoia’ al fianco della ‘Ontano’ e della ‘Fratelli Di Cristo’.

“Indagini insufficienti – scioglimento di fatto dell’ATI aggiudicataria, nata solo per maturare punteggio in vista del bando – norme demaniali non rispettate – mancata attivazione, da parte del Comune, del potere di revoca della concessione dopo una informativa antimafia atipica”. Sono quattro i punti di contrasto al proscioglimento, depositati in Procura dall’avvocato Antonio Cesarano (legale di ‘Terme’).

Fin dal 2009, il Comune avrebbe consentito “macroscopiche inadempienze”. “La più evidente – scrive - è la mancata attivazione del servizio piscina, non plausibile dopo otto anni di manutenzione, anche straordinaria, se non grazie alla presunta tolleranza della pubblica amministrazione”.  Elementi che, secondo ‘Terme’, dovrebbero far proseguire l’inchiesta almeno nei confronti di due dei tre indagati: Vitagliano e Pesacane. La posizione dell’ex city-manager, Vicenzo Sica, sarebbe infatti coperta dalla prescrizione.

LA DIFESA DI SICA. L’allora direttore generale di Palazzo Criscuolo, assistito dall’avvocato Elio D’Aquino, è finito sotto inchiesta in qualità di responsabile della procedura e presidente della Commissione di Gara. La difesa dell’ex city-manager ha puntato tutto su una ricca memoria di 26 pagine. La memoria sarà presto on-line e diffusa via web. Tra i punti salienti, oltre alla “prescrizione”, anche la “compatibilità tra gli incarichi di responsabile del procedimento e di direttore generale pubblico”. Cumulo contestato dalla Commissione d’accesso, insediatasi nel 2013 al Comune di Torre Annunziata.

“L’incarico di direttore generale pubblico – scrisse la commissione prefettizia nel suo dossier su presunte infiltrazioni camorristiche a Palazzo Criscuolo – non appare compatibile con la figura del responsabile unico del procedimento di gara”. Il memoriale difensivo di Sica smonta il castello accusatorio, richiamando il comma 6 dell’articolo 22 del regolamento comunale: “la giunta – si evidenzia nella corposa difesa – può assegnare, su proposta del direttore generale, in relazione alla particolare complessità, o ad altre motivazioni, la gestione di uno o più servizi e/o procedimenti amministrativi direttamente allo stesso direttore”.           

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