Torre Annunziata, incubo faida. Carmela Sermino: “Siamo in guerra e io non mollo”
La vedova Veropalumbo: “Non voglio altri morti di camorra come Giuseppe. Ma la colpa è anche nostra…”
13-03-2016 | di Salvatore Piro
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TORRE ANNUNZIATA. “Siamo in guerra e la colpa è anche nostra. Perché ai ragazzi dei clan, ai rampolli, i futuri mafiosi, la città non ha mai offerto nulla di diverso. E’ un problema culturale, ma non mi arrendo. Non voglio altri morti di camorra come mio marito. Per questo giro ogni giorno per le scuole. Il sindaco scenda in campo con noi, la parte sana di Torre. Noi siamo di più. Noi siamo più forti di loro”.
E’ durissimo il commento sull’incubo faida in città di Carmela Sermino (nella foto), la vedova di Giuseppe Veropalumbo, operaio di Torre Annunziata ucciso da un proiettile vagante la sera di Capodanno del 2007. Da allora, Carmela aspetta ancora giustizia e oggi è presidente dell’Osservatorio comunale per la legalità. L’Osservatorio, voluto dal primo cittadino Giosuè Starita lo scorso 15 gennaio (a un anno esatto dallo sgombero di Palazzo Fienga, la roccaforte dei Gionta), non è ancora all’opera. Manca la nomina dei sette membri della sua Commissione. Nomina, da delibera, affidata allo stesso sindaco tra esponenti della società civile, della magistratura e delle forze dell’ordine.
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“Starita mi ha rassicurato – commenta la presidente Sermino - . Per l’inizio della settimana prossima (probabilmente tra due giorni, ndr) l’Osservatorio partirà. Il mio obiettivo? Tendere la mano ai cosiddetti rampolli. Far capire loro, che sono in pochi, che oltre la camorra, gli spari e le bombe esiste qualcosa di diverso. Come? Pure raccontando il mio dolore. Il dolore di una mamma che ha cresciuto la sua piccola da sola. E oggi, entrambe, non sappiamo ancora perché”.
La strategia di Carmela Sermino è chiara: combattere la faida di camorra, ormai alle porte a Torre Annunziata, con la prevenzione sociale nelle scuole: “Per me – continua la vedova Veropalumbo – non è affatto facile raccontare ai bambini la morte di mio marito. Ma se questo può contribuire a salvare nuove vittime di mafia io sono pronta. Non voglio altri Giuseppe o martiri come Giancarlo Siani. La Campania ha il record degli ammazzati innocenti. Sono 350 e nessuno ne parla”.
E’ per questo che oggi la Sermino chiama a raccolta e in piazza, il prossimo 21 marzo a Napoli, la parte sana di Torre Annunziata. Quella che non si arrende alle bombe carta, ai roghi dolosi, agli spari nelle vetrine dei negozi o persino in casa, a Capodanno, mentre sei a tavola con tua figlia in braccio e un proiettile, entrato dalla finestra, ti trapassa il cuore. “Il 21 marzo – conclude – sarò a Napoli per la giornata ‘Libera’ della Memoria e dell’Impegno per tutte le vittime delle mafie. Da Falcone a Borsellino fino al mio Giuseppe. Sarebbe bello vedere, dopo l’ultimo raid, tanti torresi al mio fianco in piazza. Solo come primo, anche se simbolico ma forte atto di ribellione”.
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