Secondo il Ministero dell’Interno erano responsabili di aver aperto le porte del Comune di Torre Annunziata alla criminalità organizzata. Il gip del tribunale ordinario di Napoli Luca Rossetti ha disposto l'archiviazione per l’accusa di associazione mafiosa nei confronti dell’ex sindaco Vincenzo Ascione, del suo vice Luigi Ammendola, del capo dell’ufficio tecnico Nunzio Ariano, dell’ex presidente del consiglio Rocco Manzo, della consigliera Luisa Refuto e dell’ex assessore Gioacchino Langella.

A chiedere l'archiviazione è stata la DIrezione Distrettuale Antimafia. Gli inquirenti, all'esito delle indagini, non hanno trovato per loro elementi utili per proseguire nelle attività. "Solo episodi di malcostume nella gestione amministrativa del comune di Torre Annunziata".

Ribaltato completamente il quadro descritto dalla prima sezione civile del Tribunale di Torre Annunziata che evidenziava come “lo scioglimento del consiglio comunale oplontino per infiltrazioni mafiose sia stato necessario per la sussistenza di legami di parentela con esponenti mafiosi”. Secondo i giudici oplontini la sopravvivenza della maggioranza in consiglio comunale fu resa possibile grazie all’interessamento di Salvatore Onda, il quale di fatto svolse la funzione di elemento di raccordo fra le varie componenti politiche operanti nel consiglio comunale, riuscendo in tal modo ad assicurare il regolare svolgimento del consiglio comunale ed il raggiungimento del numero legale.

Nello specifico, invece, si legge nelle motivazioni che "per le ipotesi di corruzione non sono emersi gli elementi oggettivi e soggettivi necessari per la configurazione del reato, essendo solo palese un clima diffuso di soggezione nei confronti di Salvatore Onda, nipote del killer ergastolano del clan Gionta Umberto Onda, che interveniva solo arbitrariamente nelle scelte del comune”.

Solo Nunzio Ariano e Luigi Ammendola sono stati arrestati dalla Procura della Repubblica presso il tribunale di Torre Annunziata, che ha proceduto nei loro confronti per l'ipotesi di corruzione non aggravata dall'articolo 416 bis. Anche per le altre ipotesi di reato, gli elementi acquisiti sono risultati insufficienti.

Sotto indagine, per l'accusa di associazione a delinquere di stampo mafioso, allo stato attuale, sono rimasti in tre: l’ex consigliere e presidente del consiglio comunale Giuseppe Raiola, l’ex consigliera comunale Maria Oriunto e, appunto, Salvatore Onda.

“Questa notizia l’attendevo già da tempo perché non capivo quali potessero essere gli elementi che la procura avrebbe utilizzato per ipotizzare reati così gravi – ha spiegato l’avvocato Giuseppe De Luca, che cura gli interessi di Luisa Refuto, Giuseppe Raiola e Maria Oriunto -. Sono convinto che anche per le persone ancora sotto indagine, ci sarà lo stesso esito. E’ avvilente che questa notizia, che si è dimostrata infondata, ha dato vita a uno scioglimento per infiltrazione camorristica e a un periodo di paralisi amministrativa iniziato con il commissariamento e terminato con le ultime elezioni. Dopo più di due anni siamo arrivati all’unica conclusione possibile”.

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