Insieme contro il racket e l’usura. Per i 25 anni dalla morte di Raffaele Pastore il presidio Libera di Torre Annunziata ha organizzato una giornata di ricordo e confronto tra associazioni. L’obiettivo è mantenere viva la memoria dell’imprenditore ucciso dalla camorra per essersi opposto al pizzo.

Alle ore 19.00 in via Fusco, nell’agorà delle associazioni locali, ampio spazio per un confronto durante il quale interverrà la vedova Pastore Beatrice Federico, il presidente Fai Antiracket Campania Pasquale del Prete, i soci dell’associazione antiusura “Don Pino Puglisi” e dell’associazione antiracket “Giovanni Pannunzio”.

Raffaele Pastore aveva 35 anni. Era un piccolo commerciante all’ingrosso di prodotti alimentari. Venne ucciso il 23 novembre 1996 nel suo negozio di Torre Annunziata con otto colpi di arma da fuoco da due uomini con il volto coperto da passamontagna perché si era rifiutato di pagare il pizzo ed aveva denunciato i suoi taglieggiatori. Con lui c’era anche la mamma, Antonietta Auricchio di 66 anni, rimasta ferita. I due malviventi scapparono senza lasciare alcuna traccia dopo aver raggiunto il loro obiettivo.

Ora nel giorno dell’anniversario, martedì 23 novembre la città di Torre Annunziata ricorderà lui e tutte le vittime innocenti della camorra torrese.

“A 25 anni dalla sua morte – ha spiegato il referente di Libera don Ciro Cozzolino - non siamo ancora riusciti ad arrivare ad una piena conoscenza dei colpevoli di questo efferato delitto. La memoria diventa impegno a chiamare tutte le forze sane e costruttive di questo territorio per svolgere, secondo le proprie caratteristiche, iniziative di contrasto all'usura e al racket. La città ha bisogno di ribellarsi”.

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