“Chiedo al giudice di mettermi alla prova, lavorando gratis per la collettività”. A dirlo oggi in aula non è certo Silvio Berlusconi, l’ex premier condannato per il caso Mediaset ad “assistere i malati di Alzhaimer” per un anno, ma il ben più umile Vincenzo Autiero, 23enne oplontino, alla sbarra al Tribunale di Torre Annunziata con l’accusa di omissione di soccorso.

Il giovane, nella notte tra il 12 ed il 13 luglio scorso, finì in manette per aver centrato in pieno, a bordo della sua “Opel Corsa”, una coppia di amici all’uscita da una delle discoteche “in” della “movida” di viale Colombo (vedi link correlati). Per l’accusa Autiero, trovato positivo all’alcool-test, dopo l’impatto “si dileguò tra la folla”, incurante della coppia lasciata sull’asfalto. I due feriti se la cavarono invece con prognosi in ospedale dai 10 ai 30 giorni.

PROCESSO VERSO LO ‘STOP’. Assistito dall’avvocato Salvatore Irlando, Autiero (oggi libero) sceglie in aula di ‘sostituire’ la probabile sentenza di condanna con una “prestazione gratuita in favore della collettività”. Programma da concordare prima con l’U.E.P.E., l’Ufficio di esecuzione penale esterna che, ricevuta la richiesta della difesa, invierà al giudice un’indagine socio-familiare e delle “proposte di lavoro socialmente utile” da valutare con l’imputato (il programma prevede anche l’assistenza in comunità a favore di persone affette dall’HIV). Toccherà quindi al Tribunale sospendere il processo, in attesa del buon esito della “messa alla prova” del giovane di Torre Annunziata.

I NUMERI. L’ultimo dato disponibile (al 31 marzo 2014) conferma che in Italia sempre più persone si avvalgono delle pene alternative. Nel dettaglio, secondo il Dipartimento Amministrazione Penitenziaria del Ministero Giustizia, 30.683 persone attualmente scontano una pena alternativa al carcere. Sono 11.646 le pratiche avviate per l’affidamento in prova ai servizi sociali. Già 4.857 i soggetti oggi impegnati in lavori di pubblica utilità.    

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