Torre Annunziata, kalashnikov e droga in una botola. Pm chiede l’immediato per coniugi vicini ai Gionta
Alla sbarra Antonio Improta e Maria Paduano, accusati di detenzione di arma da guerra e ai fini di spaccio
28-06-2016 | di Salvatore Piro

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Torre Annunziata. Nascondevano all'interno di una botola, nel pavimento della cantina di casa, un kalashnikov da guerra con puntatore laser e 2 caricatori per l’arma; 750 grammi di cocaina; 7,5 chilogrammi di marijuana; mannitolo, lidocaina, un bilancino di precisione e sacchetti per il confezionamento.
Il pm ora ha chiesto il giudizio immediato per Antonio Improta (53 anni) e Maria Paduano (55), i coniugi di traversa Mazzini finiti in manette il 27 gennaio scorso e imparentati con esponenti di spicco del clan Gionta. Entrambi - difesi dagli avvocati Giovanni Tortora e Gaetano Rapacciuolo - dopo la convalida dell’arresto e un nuovo interrogatorio, dovranno affrontare il processo, che non ancora fissato si celebrerà probabilmente in abbreviato dinanzi al gup del tribunale di Napoli.
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La donna è la zia del “baby-boss” Sasà Paduano, considerato nel 2012 il reggente dei Gionta. Pur essendo incensurata è la sorella di uno dei killer del clan. Per questo è ritenuta vicina alle dinamiche della cosca camorristica di Torre Annunziata. Suo marito Antonio Improta, invece, ha alle spalle diversi precedenti penali. Per i coniugi di traversa Mazzini restano in piedi tutte le accuse: detenzione di arma da guerra e munizioni, detenzione a fini di spaccio di stupefacenti, furto aggravato e ricettazione.
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