A Torre Annunziata, nelle mani della Casa Famiglia 'Peppino Brancati', c'è il destino di otto ragazzi. Insieme al coordinatore Rosario Straiano e all'educatore Marco Maronelli, entriamo in punta di piedi in un mondo complesso, fatto di sfide continue e solitudine.

Tra i ragazzi dell'Oratorio Salesiani c'è Kevin, diciannovenne di origine serba con una grave disabilità. A segnare irreversibilmente la vita del giovane è lo scoppio di un petardo. L'esplosione gli compromette definitivamente la vista, costandogli anche un dito della mano. “In ospedale non ho mai versato una lacrima. Davo coraggio al mio amico, che era letteralmente sconvolto. Dal 1 gennaio del 2018 non sono più lo stesso ragazzo. Non ho la possibilità di fare ciò che facevo prima e questo all’inizio era tremendo per me. Con il tempo ho imparato ad accettare la mia condizione. La vita mi ha messo davanti a tantissime sfide, ma non mollo. Lotterò per il mio futuro”.

Prima di entrare nella casa famiglia la vita di Kevin è una giostra impazzita senza controllo. Trascorre le giornate tra le Vele di Scampia con l'obiettivo di 'fare soldi' a qualunque costo. Dallo spaccio di droga ai piccoli furti. Il ragazzo non ne vuole sapere di mettere la testa a posto e utilizza il crimine per sbarcare il lunario. "Lo so, ho fatto tanti errori in passato. Mio zio Sasha le ha provate tutte per tenermi fuori dai guai, ma senza riuscirci. Poi c'è stato l'incidente e la mia vita è cambiata per sempre. Ho capito che dovevo chiudere con il passato e scrivere un nuovo capitolo". 

Dopo l'incidente un'altra tragedia gli sconvolge l'esistenza. Lo zio Sasha, l'uomo che considera come un padre, muore di infarto. Da quel giorno i suoi affetti sono ridotti a zero. Kevin fatica a parlare dei genitori, la ferita è ancora aperta e sanguinante. Nel 2016 la madre perde la vita in un tragico incidente stradale. Del papà, invece, non c'è traccia. Quando il ragazzo parla di lui un'ombra gli cala sul viso, a testimonianza dei brutti ricordi che evoca il pensiero di quell'uomo. Intanto, i giorni passano. Kevin campa di stenti e senza nessuna certezza. Poi, la svolta. Si presenta alla Questura di Napoli per chiedere aiuto e da lì arriva a Torre Annunziata con l'obiettivo di cambiare vita. 

Prima di arrivare nella casa famiglia era solo un fantasma. Non aveva documenti con sé ed è stato difficilissimo risalire alla sua vera identità. Grazie all'impegno degli educatori la vita del giovane è stata ricostruita pezzo dopo pezzo. Il risultato è un mosaico complesso, fatto di piccoli tasselli bui e senza colori, sugellati da anni di sbandamenti. "Quando è arrivato in comunità è stata dura - spiega il coordinatore - Kevin ha alle spalle un passato difficile che ancora fatica a metabolizzare. Sono frequenti gli sbalzi d'umore durante la giornata. Eppure, resiste. Lo abbiamo inserito in percorsi educativi e professionali pensati appositamente per lui. Stare qui lo aiuterà a ritrovare se stesso".

A Torre Annunziata si riaccende la speranza per Kevin. Sogna di fare l'attore, gli brillano gli occhi mentre fantastica sul futuro. Dalle tragedie ai sogni nel cassetto. Giorno dopo giorno quel tragico passato sta sbiadendo, cedendo il posto ad un futuro diverso, fatto di luce

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