“Tra qualche giorno saranno 22 anni da quel tragico giorno e se ci sentiamo ancora vittime della violenza dopo tutto questo tempo, qualche domanda dobbiamo farcela”. E’ il messaggio chiave con cui Beatrice Federico ha chiuso il suo discorso ai commercianti di Torre Annunziata, accorsi all’assemblea pubblica di “Libera”.

Era il 23 novembre 1996 quando suo marito, Raffaele Pastore, ha aperto il suo negozio in via Carminiello a Torre Annunziata. Due uomini a volto coperto entrarono e fecero fuoco, colpendo mortalmente Raffaele. La sua colpa era quella di essersi opposto al “pizzo”.

I commercianti che si sono riuniti nel salone della chiesa della SS. Trinità di via Gino Alfani hanno voluto dirlo con forza, schierandosi con don Ciro Cozzolino, che più volte nelle ultime settimane li ha esortati a rispondere e opporsi al racket.

Hanno preso parola Giuseppe Pagano e Fabio Boccia, che negli ultimi anni sono stati a capo dell’associazione commercianti. “La nostra unica chance di sopravvivenza – ha dichiarato Pagano - è quella di vivere in una città vivibile e sicura. E questo possiamo farlo solamente restando uniti e avvicinarci alle istituzioni che devono far sentire la loro presenza costante sul territorio”. Gli fa eco Boccia: “Rimbocchiamoci le maniche e facciamo qualcosa per noi, per i nostri figli. Abbiamo bisogno di costruire un percorso lungimirante soprattutto per loro”.

Sulla stessa lunghezza d’onda il sindaco Vincenzo Ascione: “Dobbiamo riappropriarci dei nostri spazi così come fatto lungo il litorale, con le attività che funzionano e che attirano giovani anche da paesi limitrofi. La riunione di oggi serve a far comprendere il sacrificio di uomini che non volevano essere eroi ma soltanto cittadini liberi. Ecco perché è importante non mostrare debolezze e restare compatti contro il racket”.

Sulla compattezza è intervenuto anche Pasquale Del Prete, dell’associazione antiracket Ercolano: “Allora non si capiva l’importanza di fare squadra. Oggi invece questa cultura viaggia a passo spedito. Ci si è resi conto che fare squadra protegge”.

In platea numerosi rappresentanti delle istituzioni, delle forze dell’ordine: un segnale di vicinanza che il referente di “Libera” don Ciro Cozzolino ha apprezzato. E’ stato proprio lui ad aprire e chiudere la serata con due metafore. La prima è stata rappresentata dalla fionda, l’arma con la quale Davide ha sconfitto Golia, così come i commercianti (in questo caso i sassolini) sconfiggeranno la camorra.

La seconda è stata una chiave, consegnata a tutti i presenti: “Questa chiave – ha spiegato – ci deve dare responsabilità. Ci sono porte che possiamo aprire soltanto noi. Apriamo la porta della libertà per ritrovarci insieme, dialogare e scoprire che è bello essere uniti per Torre Annunziata”.

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