“Sindaco, e la fascia?”. La vecchina sul corso è incredula nel vedere Giosuè Starita senza il simbolo della guida della città. Una decisione, quella dell’amministrazione comunale, salutata con favore dall’associazione Libera. La fascia tricolore indossata dai familiari delle vittime della criminalità.

Il sindaco, sotto una pioggerellina sottile che non risparmia la processione, spiega a Lo Strillone i motivi di questa decisione: “E’ un gesto giusto, purtroppo siamo abituati alle commemorazioni, a ricordare le vittime della camorra nelle ricorrenze dell’accaduto. Invece Torre Annunziata deve socializzare il dolore, ricordare nel momento più importante della propria vita civile e religiosa, nelle ore di una festa che è emozione generale e aggregazione” dichiara Starita che continua: “Il nostro è un unico abbraccio per quelle persone che con grandissima dignità continuano il proprio impegno nonostante abbiamo subito un grande dolore. Il dolore diventa emozione positiva, per una città che dice guardiamo avanti non indietro”.

Carmela Sermino ha ancora gli occhi lucidi. Da anni cerca di scrivere la parola verità sulla morte di suo marito, Giuseppe Veropalumbo. Ammazzato in casa quando mancavano poche ore alla mezzanotte di un 31 dicembre maledetto. Ucciso da un proiettile vagante esploso in strada da una mano rimasta ancora senza nome. “E’ un’emozione fortissima – dichiara Carmela Sermino a Lo Strillone - perché sento un peso, perché la fascia è pesante su di me. Ho accolto la richiesta del sindaco con molta emozione, perché i colori di questa fascia sono della nostra bandiera. Oggi Torre Annunziata può ripartire da questo impegno rinnovato”.

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