E’ arrivato 5 anni fa nella casa famiglia “Mamma Matilde” di Torre Annunziata, ora lavora come pizzaiolo e si sostiene da solo. E’ questa la bellissima storia di Lamin, uno dei giovani recuperati da don Antonio Carbone, della Onlus Piccoli Passi Grandi Sogni, e dalla grande famiglia dei salesiani.

Nel 2016 ha lasciato il Gambia sostenendo un viaggio davvero molto difficile per un calvario che l’ha visto passare dal Senegal alla Libia. “Sono andato prima in Mali, dove ho lavorato come muratore per una settimana. Successivamente in Cercle de Bouren e ho dovuto sostenere 10 giorni in carcere, perché i poliziotti mi chiedevano dei soldi. Dopo averli pagati, mi sono spostato a Niamey in Nigeria trasportando la frutta e le verdurea al mercato. Ho lavorato per un mese e ho dormito in strada strada. Dopodiché sono andato a Sabha in Libia. Ho viaggiato per 5 giorni con la macchina senza cibo e acqua. In Libia il mio migliore amico Bakry è stato ucciso dai ribelli dopo una lite. Poi anche il mio compagno Alagia Jellow è morto a causa di una malattia. Da Sabha mi sono poi spostato a Tripoli”.

Infine l’ultima tappa, che l’ha portato a Torre Annunziata. “Il 6 maggio 2016 sono arrivato in Sicilia. Il viaggio in mare è durato  4 giorni con quasi 150 persone. Poi sono giunto a Salerno, con i servizi sociali che mi hanno portato alla casa famiglia “Mamma Matilde”.

Grazie al pizzoratorio Lamin è un ragazzo che lavora stabilmente. “La chiesa dei salesiani ha dato me e tre ragazzi come me un posto dove dormire e un opportunità per trovare lavoro per guadagnare. Ho iniziato a lavorare a Torre annunziata, presso la pizzeria “Casa Caponi” e ho capito cosa significa diventare grande. Oggi vivo in affitto con altri amici del mio paese in una casa tutta nostra. Lavoro, pago bollette e vivo una vita e sono finalmente felice”.

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