Torre Annunziata, la Regione lancia l'ipotesi "salva ex Metalfer"
Dopo l’incontro Gaia Florum precisa: “Disponibili solo a mercato attivo”. Prossimo summit ai primi di settembre
06-08-2019 | di Redazione
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Un’ipotesi salva ex-Metalfer. E’ stato questo il risultato dell’incontro tenutosi questa mattina in Regione. Erano presenti Gaia Florum, nelle persone di Coppola e D’Aniello, Vincenzo Ascione, sindaco di Torre Annunziata, le segreterie regionali di Cgil, Cisl e Uil, l’assessore regionale alle attività produttive e allo sviluppo economico Antonio Marchiello, il dg dell’istruzione, formazione lavoro politiche giovanili Antonietta D’Urso e una rappresentanza degli operai.
Dopo un’ampia discussione si è deciso che in un prossimo incontro (previsto per la prima decade di settembre) sarà valutata la proposta formulata dall’assessorato, di inserire nei bandi per l’assegnazione dei lavori di adeguamento del Mercato dei Fiori un’apposita clausola sociale volta a rendere possibile l’utilizzo del personale ex Metalfer, nei lavori di ristrutturazione che saranno oggetto di affidamento.
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LA REPLICA DI GAIA FLORUM. Al termine dell’incontro il consorzio Gaia Florum ha chiarito ancora una volta la propria posizione tramite una nota. “Pur in assenza di vincoli sia di natura giuridica che contrattuale, si è sempre detta disponibile alla ricollocazione dei lavoratori ex Metalfer, ma, come già ribadito in precedenti incontri, questo non potrà avvenire prima del raggiungimento dell’ordinaria produttività del Mercato Florovivaistico. La nostra posizione di apertura e disponibilità resta invariata. Ci saremmo attesi che tale posizione fosse accolta con soddisfazione dalle parti sociali e dalle Istituzioni, ma al momento registriamo solo una richiesta di soluzione anticipata. Vogliamo ricordare che Gaia Florum è un soggetto privato titolare di un contratto di locazione per un immobile per il quale i costi di ristrutturazione ammontano a 10 milioni di euro e che saranno interamente autofinanziati dai soci per arrivare in tempi brevi alla realizzazione di un’opera, che rappresenterà un sicuro volano di sviluppo per l’intero territorio. Una ricollocazione immediata dei lavoratori, quindi, resta impraticabile per una impossibilità di natura tecnica ed anche economica, visto che la lista di ex operai annovera ben 56 nomi”.
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