“Mi ritrovo disoccupato a causa di un algoritmo”. E’ questa la storia di Antonio Orpellino, docente 40enne di Torre Annunziata. Non gli sono bastate le specializzazioni in scienze motorie e igiene e nutrizione per assicurarsi un posto dopo la riforma de ‘La buona scuola’ voluta fortemente dal Governo di Matteo Renzi.

LA STORIA E L’EPISODIO. Stanco e preoccupato per il futuro dei suoi due figli, Antonio Orpellino ha deciso di raccontare la sua storia. “Ho iniziato a lavorare nel 2001 girando tra le varie scuole pubbliche milanesi. Poi sono stato chiamato da una scuola paritaria a Poggiomarino dove sono stato per sei anni acquisendo un punteggio altissimo. Nel frattempo mi sono specializzato ed ho sostenuto la famosa Sicsi (Scuola Interuniversitaria Campana di Specializzazione all'Insegnamento)”. Ed è qui che salta fuori un episodio curioso e a dir poco preoccupante. “Nelle tre volte che ho provato, sono sempre riuscito a passare gli scritti con voti altissimi, poi agli orali malgrado rispondessi sempre in maniera esaustiva alle domande non prendevo più di 18-19. Durante il mio ultimo colloquio seccato dalla situazione mi fu chiaramente detto da un docente ‘Se l’è mai chiesto il perché lei non viene mai promosso?’. A quel punto ho capito che solo se fossi stato raccomandato sarei andato avanti, ma se avessi denunciato una cosa del genere difficilmente avrei avuto un impiego nelle scuole”.

L’APPELLO. L’impegno e la dedizione non sono serviti al professor Orpellino, che descrive la sua attuale situazione occupazionale. “Non mi sono mai dato per vinto visto che ho anche partecipato al Pas (Percorsi Abilitanti Speciali), che era riservato a quelli come me che insegnavano da anni, ma non c’è stato nulla da fare. Io con 14 anni di esperienza e con 164 punti di punteggio mi ritrovo fuori dalla ‘Buona scuola’ a causa di un algoritmo di assunzione del Miur. I posti vacanti nel napoletano sono stati impegnati da docenti con zero giorni d’esperienza, ma abilitati da un concorso del 2012 che è stato a dir poco dannoso”. Infine l’appello. “Negli ultimi due anni sono stato fortunato perché ho avuto due supplenze annuali per malattia, ma non posso continuare così. Per legge sono costretto a stare tre anni nella stessa provincia e spero che prima o poi arrivi la chiamata da qualche scuola. Non voglio perdere il mio lavoro”.

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