Minacciato, sequestrato e sotto scorta. No, non è la trama di un film. Questa è la storia di Luigi Leonardi, testimone di giustizia che ha squarciato a colpi di denunce il velo di omertà che ammantava l'area Nord di Napoli. 

L'imprenditore, ospite del liceo 'De Chirico' di Torre Annunziata, ha raccontanto agli studenti la sua battaglia alla camorra. “Non ho parlato con mia madre per 14 anni. Quando le dissi che avrei denunciato i miei estorsori minacciò di non parlami più e così è stato. Pago a caro prezzo la mia scelta, nessuno ti sta vicino quando ti ribelli alla camorra. Io sono un uomo libero e non abbasso la testa. I giovani sono la mia energia. Tante volte mi sono chiesto 'Chi me l'ha fatto fare?' e la risposta siete voi. Dovete combattere per il vostro futuro".

Le denunce di Leonardi hanno portato a due maxi processi. Il primo si è concluso con una pioggia di condanne. Il secondo, invece, contro i clan di Secondigliano, è ancora in corso. Ed è proprio in questa vicenda processuale che l'imprenditore dovrà affrontare un altro nemico, silente e insospettabile: lo Stato. "Il Giudice ha stabilito che senza movimentazioni bancarie non può essere provata l'estorsione, quindi ne ha condannati solo tre in primo grado. Poi la batosta in Appello: tutti assolti. Una sentenza senza motivazioni, non era stato pubblicato nulla. La Cassazione mi ha dato ragione, ma ci ho messo vent'anni per avere giustizia. Ho speso 160.000 euro di avvocati per far valere le mie ragioni davanti allo Stato".

Nel 1997 Luigi Leonardi ottiene un contributo finanziario e crea il suo impero imprenditoriale nel campo dell’illuminazione. Affitta un negozio a Melito e dà il via alla sua attività, raggiungendo nel giro di poco tempo risultati economici straordinari. Poi, improvvisamente, si spalanca una porta sull’inferno. “Ricordo perfettamente quel giorno. Era l’ottobre del 2003 e stavo lavorando a San Vitaliano nel mio negozio. Pretendevano 3000 euro al mese e 1500 di extra nei giorni di festa. Mi ribellai e urlai forte e chiaro che non sarei sceso a patti con nessuno. Dopo l'incontro, mentre andavo verso casa, mi tagliarono la strada. La macchina si ribaltò ed ebbi un gravissimo trauma cranico. 110 punti alla tempia. Quando fui trasportato al Cardarelli si presentarono in ospedale e minacciarono mia madre. Se li avessi denunciati avrebbero ucciso i miei fratelli”.

Ma questo è solo l’inizio della storia. Dopo 40 giorni  Leonardi chiude il negozio, convinto di essersi liberato dalla morsa della camorra, ma non è così. “Avevo altre attività sparse in varie zone di Napoli. Altri clan iniziarono a pretendere il pizzo, ero diventato il bancomat della camorra. In quel periodo a Secondigliano era in atto la faida tra il clan Di Lauro e gli Scissionisti. Quando Melito passò nelle loro mani iniziò un altro incubo per me. Fui portato contro la mia volontà nelle Case Celesti, volevano i soldi ma io non li avevo. Fui trattenuto fino a notte fonda e poi liberato. Da quel momento dissi basta a denunciai”.

I ragazzi del 'De Chirico' sono con il fiato sospeso mentre Leonardi racconta la sua storia. Terminato il racconto scorrono lacrime sui visi di alcune studentesse, incredule per quel calvario senza fine. L'incontro è stato organizzato dal Forum dei Giovani di Torre Annunziata. Un evento di successo che ha accorciato le distanze tra i ragazzi e il mondo del lavoro. Il coordinatore Mattia Russo, appassionato e coinvolgente, è riuscito a catalizzare l'attenzione degli studenti. Leonardi, ospite questa mattina al 'De Chirico' e ieri al 'Pitagora-Croce', si è concesso senza filtri, offrendosi anche di aiutarli a sfondare nel mondo dell'imprenditoria. 

La sua preziosa testimonianza non è servita solamente ad accendere i fari sui soprusi della camorra, ma anche ad illustrare agli alunni del liceo artistico quali sono gli strumenti che l’Europa mette a disposizione per lanciare un’impresa. In un territorio devastato dal malaffare, che scoraggia le nuove generazioni a mettersi in gioco, la voce entusiasta dei ragazzi del Forum dei Giovani è un antidoto alla rassegnazione. Un messaggio di speranza che arriva dallo stesso Luigi Leonardi che, nonostante le insidie della criminalità e l’apatia dello Stato, ha rimesso in piedi la sua attività. Avrebbe potuto rinunciare ai suoi sogni, distruggerli per assecondare il disegno criminale dei suoi estorsori, ma non lo ha fatto. Al fianco di Don Patriciello e di altri eroi anti-camorra, incontra migliaia di studenti all’anno incoraggiandoli a non accantonare mai le proprie ambizioni.

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