Si ribellò alla camorra e pagò con la vita il rifiuto al racket. Torre Annunziata ricorda Luigi Staiano, l'imprenditore edile ammazzato il 4 luglio 1986 in via Caravelli. Fu raggiunto da due sicari e trucidato senza pietà mentre andava dal fruttivendolo. Decise di denunciare i suoi aggunzi e andò in Questura a sporgere denuncia. Un atto di coraggio che innescò la furia omicida della camorra oplontina, determinata a chiudergli la bocca per sempre dopo lo sgarro.

Fu ucciso a 35 anni in un giorno d'estate. La sua morte sconvolse profondamente la comunità di Torre Annunziata, anche all'epoca imprigionata in un velo d'omertà. Una ferita ancora aperta per la famiglia dell'imprenditore e per sua figlia Fabiola, costretta a crescere senza il padre. Ad oggi la guerra al racket è ancora in corso e sono in pochi ad avere il coraggio di denunciare i propri aguzzini. In un territorio complesso, assoggettato all'omertà, ancora si distingue la voce di un uomo che decise di non abbassare la testa. 

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