Il 28 ottobre scorso l’ordinanza 184 del sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, obbligava i nomadi di Largo Macello ad uscire da quello spazio a ridosso del porto per motivi igienico-sanitari. Le 43 persone avrebbero dovuto trovare nuova dimora in 48 ore. L’inottemperanza all’atto del primo cittadino ha portato a 9 denunce e sanzioni.

Alla base dell’atto del primo cittadino c’è un rapporto dell’Asl dopo un sopralluogo tecnico di alcune settimane fa. Proprio a partire da questo, un punto di vista differente è quello dell’associazione di volontariato Ubuntu.

 

“Gentile Direttore,

Noi dell’associazione Ubuntu (nata anche per garantire il rispetto dei diritti dei migranti e dei Rom), alcuni giorni fa, ci siamo recati al campo di Largo Macello a Torre Annunziata, per costatare di persona quanto è stato scritto nell’ordinanza sindacale e prima ancora nella nota dell’Asl.

Non c’era alcuna traccia dei cumuli di rifiuti tanto millantati dopo i recenti sopralluoghi e l’interno delle case ci è parso dignitoso e decoroso, molto più di qualche basso in cui ci si imbatte camminando nei vicoli del nostro centro cittadino. Non ci sono baracche ma case in muratura ed ogni unità abitativa ha il proprio bagno. I bimbi, molti dei quali frequentano la scuola pubblica e di pomeriggio l’oratorio salesiano, sono lindi e vestiti di tutto punto. Altro che realtà di abbandono e sudiciume.

Per questo motivo facciamo difficoltà a capire quali siano i fondamenti della recente ordinanza 184, in cui si parla di un peggioramento delle condizioni igienico-sanitarie del campo.

Quello spazio è abitato dalla famiglia di origine serba da 30 anni e molti di loro sono nati proprio all’ex ospedale civile di Torre Annunziata. Stanno chiedendo soltanto una dignitosa sistemazione che consenta loro di continuare a vivere in modo decoroso come ora, che gli dia la possibilità di restare nel paese in cui sono nati.

Forse il modo giusto di abbattere i pregiudizi, fomentati da anni di ingiusta discriminazione, sarebbe quello di trattarli come cittadini a tutti gli effetti, con il solo torto di aver occupato un suolo pubblico, come spesso accade anche agli indigenti italiani.

Pertanto noi volontari di Ubuntu invitiamo l’Amministrazione ad evitare lo sgombero forzato, ritirare la sanzione pecuniaria imposta ai nove denunciati ed a trovare una soluzione volta ad assicurare un dignitoso alloggio alla famiglie, eventualmente allontanate. Infine, tutelare la possibilità per i bambini presenti di poter continuare a frequentare la scuola".

Volontari dell'associazione Ubuntu

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Denunce e sanzioni

La reazione

L'ordinanza di sgombero