“Lavoro, riqualificazione urbana e scuola. Così si può sconfiggere la camorra e promuovere la cultura della legalità”. Lo ha detto il segretario cittadino del Pd Giuseppe Manto nel ricordare Giancarlo Siani, il giornalista ucciso esattamente 38 anni fa per mano della camorra.

Giancarlo Siani scriveva per “Il Mattino”. La sua morte fu ordinata dal boss Angelo Nuvoletta per volontà del mafioso Totò Riina, capo di Cosa nostra. Siani scoprì una serie di connivenze, all'indomani del terremoto dell'Irpinia, tra esponenti politici ed esponenti della camorra. Il motivo dell'assassinio fu l'arresto del boss Valentino Gionta, a capo dell’omonimo clan che comandava Torre Annunziata. La sua uccisione fu possibile grazie a una soffiata degli storici alleati del clan di Nuvoletta, che tradirono Gionta in cambio di una tregua con i nemici di Casal di Principe.

“La vita di Giancarlo Siani è stata troppo breve, mentre è stato enorme il suo impegno vissuto in un tempo difficile e ridotto – ha proseguito Manto -. Nonostante l’esiguità del tempo che la camorra gli ha barbaramente imposto egli ha offerto a tutti noi una visione del mondo aperta, a tutto tondo, un fascio di luce critico e curioso che illumina, ancora oggi, la necessità dell’informazione libera. Ci ha offerto un’informazione non solo orientata nella battaglia contro camorra e criminalità organizzata ma che si è riempita di valori forti con l’attenzione ai temi del lavoro e della tutela delle fasce sociali più deboli”.

Ecco perché, anche per onorare il sacrificio di Siani e di tante altre vittime della camorra, indipendentemente da convinzioni ideali, politiche e culturali, secondo il segretario “bisogna determinare quelle indispensabili sinergie che consentono i migliori risultati nella lotta alla camorra. Per sconfiggere la camorra, oltre la necessaria repressione, sono indispensabili almeno altre tre leve: il lavoro, il decoro e la riqualificazione urbana, e infine la scolarizzazione, la cultura della legalità e il recepimento di valori positivi da parte di chi ha avuto la sfortuna di nascere in un contesto di illegalità e di sopraffazione”.

“Occorre uno scatto civile – ha concluso Manto – perché in questi anni si è abbassata la tensione, il rigore, l'attenzione istituzionale rispetto al corretto e trasparente funzionamento della pubblica amministrazione e degli organi istituzionali. È essenziale reagire e rinvigorire gli indispensabili anticorpi costituiti da una forte crescita della partecipazione popolare alla vicende pubbliche e da inflessibili modalità di selezione delle classi dirigenti istituzionali e degli apparati burocratici pubblici”.

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