Un pezzo della città chiuso ormai da più di 35 anni, una piccola baia esotica resa inaccessibile per caduta massi da un costone roccioso, mai messo in sicurezza fino ad oggi. Si tratta della piccola spiaggia posta nell’insenatura tra il Lido Azzurro e Capo Oncino, lunga quasi 80 metri e che ricopre una superfice di oltre mille metri quadrati. Ma non è l’unico punto del territorio ad essere stato transennato: anche un piccolo scorcio a ridosso di Villa Parnaso è ormai chiuso da anni. Problemi che potrebbero avviarsi ad una soluzione grazie ad alcuni interventi mirati della Città metropolitana di Napoli.

La storia parte da lontano. Correva l’anno 1981, era il 24 settembre quando il comandante della capitaneria dell’epoca, Michele Catalano, chiuse la spiaggia in questione. “Data l’esistenza di una reale situazione di instabilità geologica della zona e considerata la necessità urgente di tutelare la pubblica incolumità, si ordina il divieto di sosta di persone e natanti”. Scrisse così il tenente di vascello di stanza sul molo torrese. Era la prima delle due ordinanze – la seconda nel 1987 per un tratto poco più a nord di questo – che hanno precluso parte della costa. Da allora una rete di recinsione ha fatto da sfondo a tutte le istantanee che hanno immortalato la vita estiva sul caratteristico arenile nero.

A distanza di oltre tre decadi la notizia è tornata di attualità prima l’anno scorso, con un’altra parte di roccia sbriciolata ma finita sulle piscine dello stesso Lido Azzurro, e qualche settimana fa quando, proprio quella parte chiusa il 30 giugno 2016, è stata messa in sicurezza da lavori realizzati da Rfi. Le stesse Ferrovie Italiane, sentite sul caso, hanno specificato che “l’intervento è stato disposto in seguito ad un sopralluogo congiunto fra i nostri tecnici e quelli del comune di Torre Annunziata – il 13 dicembre 2016 – e su richiesta della Direzione territoriale, il 22 dicembre scorso”. Costo totale dell’opera, a carico del gestore della linea ferrata, è stato di circa 100 mila euro. Il dubbio sulla mancata estensione dei lavori fino al tratto della spiaggetta in questione è rimasto. “Dalle verifiche catastali è risultato che lungo i tratti costieri indicati nelle ordinanze, 2 del 1981 e 4 del 1987 – hanno aggiunto – non esistono particelle che siano proprietà di Rete Ferroviaria Italiana, tranne quella sul quale stiamo intervenendo con una protezione di reti e funi in aderenza”.

Sulla vicenda l’amministrazione comunale ha sempre alzato le mani. Secondo il sindaco Giosuè Staritaè l’ex provincia ad essere competente sul tratto soprastante la spiaggia. Mentre, per la parte a ridosso di Villa Parnaso, di fronte la villa comunale, la manutenzione spetta sia alla Città Metropolitana che ad un privato. La nota positiva – aggiunge il primo cittadino – è il tavolo tecnico conclusivo convocato dall’Ente di Santa Maria la Nova che, tra gli altri casi, dovrà dirimere anche la nostra situazione locale. Confido in una soluzione definitiva nel giro di poco tempo”.

A tutto questo si aggiunge che quella parte di “paradiso esotico” con palme e vegetazione, chiuso da decenni, per l’inciviltà delle persone, è diventato ricettacolo di rifiuti di ogni genere.

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