Un lungo elenco di impegni che Libera ha consegnato nelle mani del sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, chiedendogli di sottoscrivere e realizzare. Dall’informare la popolazione sulla esecuzione delle prescrizioni prefettizie alla rotazione di dirigenti e dipendenti dei “settori più vulnerabili ogni tre anni”. Dalla pubblicazione degli atti alla sottoscrizione del manifesto ‘La camorra fa schifo’, stilato proprio dal presidio oplontino ‘Pastore e Staiano’. Insomma, una ‘Road Map Anticamorra’, come l’hanno chiamata i volontari locali dell’associazione di don Ciotti.

“Il 27 marzo 2013, il Prefetto di Napoli ha inviato una commissione per verificare se il consiglio comunale subisse condizionamenti camorristici”, ricorda l’ex magistrato Michele Del Gaudio, responsabile locale di Libera. “Nella nota del 26 novembre 2014 il Ministero dell’Interno ha chiarito che c’erano delle criticità ma non tali da concretizzare i presupposti per lo scioglimento. Va, tuttavia, menzionato che il Prefetto il 7 gennaio 2014 ha invitato il primo cittadino a rimuovere, in sei mesi, le forme di sviamento dell’attività amministrativa. Pena lo scioglimento del consiglio comunale”.

Poche battute per ripercorrere una parte di storia della città degli ultimi 3 anni. Dalle ispezioni della Commissione alle, cosiddette, ‘prescrizioni’. Il duro braccio di ferro tra il capo dell’esecutivo e l’ispettore Troiano. Anomalie e mal funzionamenti dell’albo pretorio e del sito istituzionale, tali da far scattare denunce all’Anac che, per due volte, ha sollecitato Starita e il segretario comunale ad adempiere agli obblighi di legge. Inoltre, il nuovo corso politico dell’amministrazione con il ribaltone ed il ritorno del sindaco tra le fila del Partito Democratico dopo un lungo esodo. La giunta tecnica, quella politica e la lunga crisi di Palazzo che dura ormai da quasi un anno. Un periodo ricco di eventi che ha visto l’impegno decisivo della DDA nello sgombero di palazzo Fienga, ma, di contro, il caso ancora irrisolto delle ultime famiglie che vivono nei box di via Tagliamonte.

In queste vicende si inserisce la richiesta di Libera che sottopone al primo cittadino una lista in 15 punti di impegni da assumere. Tra questi anche “l’approvazione annuale di un piano anticamorra, specificando i rischi di influenze malavitose e rapportare l’indennità dei dirigenti all’attuazione di tale piano”. O, “applicare il codice etico per i dipendenti pubblici ed aderire al ‘codice etico per la buona politica. Abolire le consulenze”. O ancora: “Accelerare il trasferimento al patrimonio del Comune dei beni confiscati e promuovere il ruolo della società civile come controllore esterno dell’azione amministrativa”. Infine, “rendere effettivo il ‘whistblower’, per incoraggiare e tutelare il dipendente e il cittadino che denunciano atti o fatti illeciti, spesso esponendosi a ritorsioni e minacce solo per fare il proprio dovere”.

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