“Apriteli questi balconi, queste finestre. Da quei balconi hanno sentito le urla di mio marito e non hanno risposto. Da quelle finestre hanno sentito una ragazza piangere e si sono chiusi dentro”.

Lo sfogo della famiglia Cerrato rimbomba in tutta la piazza. Mamma e figlia si stringono le mani, si abbracciano, cercano conforto e coraggio nel ripercorrere la strada dell’orrore, dove ha pulsato per le ultime volte il cuore di Maurizio. Ucciso senza pietà con una coltellata al petto, strappandolo alla vita e all’affetto dei suoi cari.

Oggi in tanti hanno provato a cancellare l’omertà che ha segnato una delle vicende più amare di Torre Annunziata. Ma non è bastato. Alcuni balconi ancora chiusi, le finestre oscurate da tende e veneziane. Il quartiere ha ancora paura. Diversamente da chi ha scelto di essere presente.

Presenti all’iniziativa le forze dell'Ordine. Polizia e Carabinieri, in primis il neo comandante della stazione di Torre Annunziata, il luogotenente Giovanni Russo. Tra i partecipanti, anche l'amministrazione comunale, preti, cittadini impegnati. Tra questi anche Fabiola Staiano, figlia dell’imprenditore torrese Luigi Staiano, assassinato dalla camorra il 4 luglio 1984 dopo aver rifiutato di pagare il pizzo e denunciato i suoi estorsori. Ha deposto tra gli un mazzo di fiori sul cancello di quell’autorimessa che ha segnato per sempre la famiglia Cerrato. Applausi che sono riusciti a superare l’omertà e il silenzio dei quei balconi chiusi.

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