Giornata calda per Giosuè Starita, non solo per le temperature primaverili. All’ingresso di Palazzo Criscuolo il primo cittadino è stato accolto da un gruppo di disoccupati che ha, poi, provato ad impedire il passaggio ai consiglieri comunali. “Dignità, lavoro e solidarietà”, è quanto chiedono i manifestanti, asserragliati da ieri a piazza Nicotera con un gazebo.

Nell’aula Giancarlo Siani, solo 12 i presenti, tra cui il sindaco, il presidente del consiglio Lello Di Donna e 2 consiglieri dell’opposizione, Izzo e Iapicca, che hanno provato a far da stampella alla maggioranza, purtroppo, senza successo. Alle ore 10,06, dopo un’ora di tolleranza, Di Donna ha rinviato la seduta.

CRISI IN MAGGIORANZA. I rumors degli ultimi giorni hanno avuto ragione sulla reale situazione politica: la crisi in maggioranza è divenuta evidente con l’assenza di tutto il gruppo Nuovo Centro. Non è stata la protesta ad impedire la partecipazione, nell’assise oplontina, ai 6 consiglieri comunali che, già da tempo, hanno manifestato insofferenza verso la gestione della ‘nuova fase amministrativa’, inaugurata meno di un anno fa.

Secondo voci di corridoio, tra i motivi, che hanno spinto il gruppo di Ossame ad un’azione così plateale, ci sarebbero il riequilibrio della rappresentanza politica in giunta, con il terzo assessore per il gruppo, e decisioni maggiormente condivise. Molti consiglieri, non solo quelli di Nuovo Centro, avrebbero storto il naso contro scelte “prese senza consultare tutti i gruppi politici”.

DI DONNA RISPONDE AI MANIFESTANTI. “Personalmente e con tutti i consiglieri comunali siamo solidali con chi ha effettivamente bisogno, con chi chiede alla politica di risolvere problemi essenziali. Ma questo non è il modo giusto: chi protesta poteva chiedermi di intervenire in consiglio e sostenere la loro causa”. A stretto giro arrivano anche le parole del presidente del consiglio, Lello Di Donna, dopo l’episodio di questa mattina che l’ha visto coinvolto. I disoccupati, infatti, hanno provato ad impedirgli di salire in municipio.

“Cercare di impedire di farmi raggiungere la sala consiliare per svolgere il mio ruolo non può essere consentito. Questa mattina ho ricevuto minacce ed insulti. Ho subito anche danni alla mia vettura che è stata graffiata. Posso comprendere la rabbia di alcuni che protestano, ma non è aggredendo verbalmente i consiglieri comunali – ha concluso Di Donna – che si risolvono i problemi personali”.

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