Luigi Ammendola è stato incastrato anche grazie ad alcune “cimici” piazzate nella sua auto. Con il passare delle ore emergono i primi dettagli dell’inchiesta che ha portato all’arresto dell’ex vicesindaco di Torre Annunziata. 

L’esponente dem, assessore fino a dicembre scorso con la delega ai Lavori Pubblici, secondo le Fiamme Gialle, è la “parte politica” cui era destinata una delle due mazzette intascate alle Sette Scogliere da Nunzio Ariano. Due buste da 5mila euro l’una, per un appalto, affidato con la “somma urgenza” alla Supino Group, per la ristrutturazione e adeguamento anti-covid 19 della scuola Siani di Torre Annunziata.

L’auto dell’ex vicesindaco è stata bonificata questa mattina nel parcheggio della Procura dopo l’arresto di questa mattina ad opera della Guardia di Finanza. I militari delle Fiamme Gialle si sono recati, poi, a casa del maresciallo e nel suo ufficio a caccia di ulteriori elementi utili alle indagini, tuttora in corso.

Già nella prima ordinanza si faceva riferimento a una intercettazione ambientale del 14 dicembre scorso, appena due settimane prima dell’arresto di Ariano. In quell’occasione, l’ingegnere e il sindaco Vincenzo Ascione erano in auto insieme a un’altra persona, non ancora rivelata, in cui si vociferava del giro di mazzette: “C’è un consigliere comunale che dice di un imprenditore si vanta di pagare una tangente del 10 per cento all’ufficio tecnico”. La dimostrazione che le voci sulle tangenti erano già sulla bocca di tutti. 

Con l’operazione di oggi il nuovo passo in avanti nelle indagini. Le registrazioni ottenute grazie alle cimici piazzate nell’auto di Ammendola saranno determinanti per chiarire il ruolo di Ammendola e fare luce sulla nuova Tangentopoli oplontina

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