Torre Annunziata, marcia contro il femminicidio: 'E se toccasse a te?'
Appuntamento giovedì 8 maggio allo stadio Giraud per la manifestazione organizzata da Catena Rosa
06-05-2025 | di Redazione

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"E se toccasse a te?". Torre Annunziata in marcia contro il femminicidio. L'associazione Catena Rosa chiama a rapporto politica, istituzioni e associazioni per dire basta alla violenza sulle donne. La manifestazione si svolgerà giovedì 8 maggio alle 9.30 all'esterno dello stadio Giraud.
Il fenomeno della violenza maschile sulle donne con la sua forma estrema nel femminicidio è una piaga sociale che ognuno ha il dovere di contribuire ad estirpare - dichiara Ada Ferri - Non é piu tempo di parole, dibattiti, panchine o tacchi rossi e nemmeno sono piu sufficienti i soli centri antiviolenza e sportelli di ascolto istituzionali o del volontariato. A poco servono il codice rosso e l'inasprimento delle pene, che raramente fanno da deterrente, se non riusciamo ad assicurare protezione dal primo istante della denuncia con investimenti idonei a far funzionare la macchina dell'accoglienza e della protezione immediata della vittima. Il problema va affrontato sui vari fronti, sicuramente la repressione con pene certe repentine e giustamente severe, ma anche e soprattutto con l’educazione", conclude la presidente dell'associazione Catena Rosa.
All'appello lanciato da Catena Rosa hanno aderito Ilaria Perrelli, presidente della consulta cegionale per le condizioni della donna, Loredana Raia, vicepresidente consiglio regionale della Campania. Un grido di battaglia a cui parteciperannno anche vertici del comune, scuole, associazioni e sindacati del territorio.
"Occorre una vera rivoluzione culturale con l'impegno concreto di ciascuno nelle famiglie, nei luoghi deputati all’istruzione e all’educazione, nei luoghi di lavoro, nel'associazionismo e in tutte le espressioni della società, attraverso tutti i soggetti che la rappresentano. Non possiamo più voltarci dall'altra parte, pensando che non possa toccare a noi. Non possiamo più ascoltare sentenze dove 75 coltellate vengono definite “inesperienza”, anzichè accanimento e crudeltà - continua Ferri - Noi abbiamo il diritto di vivere libere e senza paura".
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