“Nel nostro tribunale ci sono restrizioni adeguate sia in termini di sicurezza che per l’allarme sanitario da coronavirus. Questo ha comportato una maggiore selezione e il naturale depotenziamento del pericolo legato alle minacce pervenute nei nostri uffici”.

Lo ha detto il presidente del tribunale di Torre Annunziata Ernesto Aghina, in riferimento agli episodi nei quali è stato coinvolto il giudice Francesco Todisco. Secondo le ultime ricostruzioni, Todisco il 5 febbraio scorso (giorno in cui si è celebrata l’udienza sul crollo della palazzina di via Rampa Nunziante, ndr) ha ricevuto un biglietto anonimo, carico di insulti e minacce. In più, qualcuno si sarebbe introdotto nel suo ufficio, ubicato all’interno di un’ala del tribunale dedicata ai magistrati, lasciando la porta aperta, forse per sbaglio, forse no.

Così è scattata l’inchiesta alla quale stanno partecipando attivamente il procuratore capo Nunzio Fragliasso e il procuratore aggiunto Pierpaolo Filippelli. Massimo riserbo sull’argomento: con le indagini ancora in corso non si vuole lasciare nulla al caso, evitando qualsiasi fuga di notizie.

Sul caso si è espresso il presidente Ernesto Aghina: “L’attività dei magistrati è notoriamente connotata da esposizioni e attacchi più o meno anonimi. La singolarità dell’episodio, che lo connota di peculiare gravità, deriva dal fatto che questo biglietto non è stato recapitato presso l’abitazione della persona coinvolta ma à stato rinvenuto all’interno del tribunale, e nell’ufficio del giudice. Le indagini non saranno naturalmente semplici, in assenza di indicazioni specifiche su una determinata vicenda processuale. Possiamo comunque dire che attualmente i livelli di attenzione sugli ingressi al tribunale sono stringenti, dovute in parte anche all’emergenza sanitaria in corso. La distanza dei fatti accaduti, se in qualche modo può influire sulla valutazione di contingente pericolosità, non deve comunque indurci ad alcuna sottovalutazione dell’accaduto su cui l’ufficio, di concerto con il magistrato interessato, ha inteso mantenere un profilo di stretto riserbo, pur avendo provveduto a segnalare l’accaduto alle autorità competenti per l’adozione di ogni misura di protezione ritenuta necessaria. Al dottor Todisco – ha concluso il presidente - va naturalmente la solidarietà e la vicinanza di tutto il Tribunale”.


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Le minacce