Torre Annunziata. Minacce ed estorsioni a imprenditore: arrestato uomo vicino ai Gallo Cavalieri
Pasquale Gallo pretendeva soldi o un posto di lavoro: la vittima ha denunciato dopo aver subito atti intimidatori
17-08-2025 | di Redazione

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Pretendeva un posto di lavoro o in alternativa somme di denaro dall'amministratore di un'azienda operante nel settore farmaceutico e da un suo socio. E in mancanza di risposte, non esitava a minacciare le vittime e i familiari, arrivando a danneggiare i beni di loro proprietà. Atteggiamenti aggravati, secondo gli inquirenti, dal metodo mafioso, essendo l'autore legato da vincolo di parentela con un esponente di un clan della camorra di Torre Annunziata.
Una vita di inferno, andata avanti per circa un anno, contro la quale le vittime hanno trovato la forza di reagire, denunciando l'autore alle forze dell'ordine alla fine di luglio. Ora la svolta: i carabinieri di Torre Annunziata hanno infatti eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere, emessa dal gip del tribunale di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, nei confronti di Pasquale Gallo, 46enne ritenuto dai Carabinieri riconducibile al clan Gallo-Cavalieri di Torre Annunziata. E' accusato di atti persecutori e tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso.
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Il provvedimento, eseguito a Torre Annunziata, trae origine dalla denuncia sporta da un imprenditore, amministratore di un'azienda operante nel campo farmaceutico, il 26 luglio scorso, seguita da altre denunce presentate da un socio di quest'ultimo, anch'egli vittima degli atti persecutori.
I militari dell'Arma avrebbero accertato una serie di episodi intimidatori e violenti, che duravano da circa un anno e che negli ultimi tempi avevano fatto registrare una ulteriore recrudescenza, a causa del comportamento aggressivo messo in atto dal presunto autore. Tutto perché l'uomo pretendeva denaro o un posto di lavoro: in assenza di risposte, l'uomo raggiunto dal provvedimento cautelare era arrivato ad attendere sotto casa le vittime ed i familiari, danneggiandone le auto, imbrattando la saracinesca dei loro garage, recapitando messaggi minatori, cospargendo di liquido infiammabile uno dei luoghi di lavoro delle vittime e minacciando di dare fuoco alla struttura. Gli inquirenti hanno potuto verificare come gli atti persecutori si sarebbero intensificati nei giorni compresi tra il 12 e 14 agosto scorsi. L'uomo è stato portato nel carcere napoletano di Secondigliano.
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