Torre Annunziata, morì da ragazzino in tragico incidente. Evitato rischio prescrizione
“Valzer” di giudici e “processo-lumaca”. Oggi è svolta sull’omicidio di Salvatore Guida
04-07-2016 | di Salvatore Piro
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Torre Annunziata. “Salvatore Guida morì a 17 anni per un trauma cranioencefalico chiuso. Poi sopraggiunse un edema cerebrale, il ragazzo entrò in coma irreversibile. Non ci fu nulla da fare”. Poche frasi, ma dal tono perentorio, per confermare in tribunale i risultati di un’istruttoria in pratica già chiusa. Le hanno pronunciate oggi al giudice i consulenti dell’accusa che eseguirono l’autopsia sul corpo di Salvatore Guida, il ragazzino di Torre Annunziata morto in sella al proprio scooter in seguito al violento impatto con una “Citroen C3, in sosta in verso contrario al senso di marcia” – così il pm della Procura oplontina, Maria Benincasa - . Il tragico incidente si verificò il 6 giugno 2011 in via Vittorio Veneto, all’altezza dell’ex supermercato “Conad”. Alla guida dell’autovettura c’era un medico, P.V., residente a Trecase, all’epoca 59enne e ora a giudizio per omicidio colposo.
IL PROCESSO. Un vero e proprio ‘valzer’ di giudici ha fatto correre al processo un serio “rischio prescrizione”. Rischio evitato solo oggi quando, dopo l’ennesimo ‘cambio’ di toga (il fascicolo è passato dalle mani del magistrato Paola Cervo, non più in organico, al subentrante Luca Della Ragione), le parti hanno prestato il consenso al recupero delle fonti e degli elementi di prova già acquisiti in cinque anni di indagine. Soddisfazione è stata espressa dagli avvocati dei parenti di Guida – in 5 costituitisi parte civile – i legali Salvatore Calamita e Anna Amoruso.
L’INCIDENTE. Lunedì 6 giugno 2011. E’ un pomeriggio tranquillo, che scorre come tanti altri sempre uguali in via Vittorio Veneto, a due passi dal casello autostradale di Torre Annunziata sud. Salvatore Guida è a bordo della sua moto “Honda Sh 125”. Indossa il casco, ma si imbatte in quella Citroen C3 che – come scriverà il pm nella richiesta di rinvio a giudizio - è “in sosta in verso contrario al senso di marcia”. Il dottore alla guida dell’auto “effettua una manovra di immissione in direzione Napoli…omettendo di dare la precedenza ai veicoli in marcia normale”. Salvatore, 17 anni, prova a evitare l’impatto. Non ci riesce, si scontra con la Citroen.
Il centauro cade e batte violentemente la testa sull'asfalto. Il colpo è fatale. Trasportato all’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia, le sue condizioni appaiono drammatiche. Si decide di trasferire Salvatore al nosocomio di Nocera Inferiore. Lì il ragazzo subisce un delicato intervento chirurgico alla testa. Per giorni i medici le provano tutte, tenendolo in rianimazione sotto stretta sorveglianza. Dopo quattro giorni, il ragazzino muore “a causa di un trauma cranioencefalico chiuso, con associata frattura della squama dell’occipitale sinistro”. La notizia arriva il giorno dopo la marcia di preghiera che i suoi amici, sperando nel miracolo, organizzano in corteo per ricordare le vittime della strada. Il miracolo invece non avviene. I genitori di Salvatore Guida, l’11 giugno 2011, decideranno per l’espianto dei suoi organi.
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