“Mi hai trattato come una principessa. Insieme ne abbiamo superate tante ma ora dammi la forza per superare anche questa”. E’ travolta dal dolore Marianna, costretta a dover vivere una vita intera senza il suo amore. Mario purtroppo non c’è più, è morto mentre lavorava in un capannone di via Sant’Alfonso de Liguori a Torre Annunziata.
In una chiesa gremita, sono state centinaia le persone che hanno voluto rendere per un’ultima volta omaggio al giovane. Tanti i ragazzi, amici, che in silenzio e con tante lacrime, hanno salutato Mario.
I genitori non hanno mai smesso di tenere stretta a loro quella bara bianca, su cui sono state adagiate delle rose bianche e una maglia del Napoli, sua altra grande passione, firmata da uno dei suoi idoli, Kalidou Koulibaly.
E tra quelli che hanno voluto salutare con amore il giovane di Torre Annunziata, proprio Marianna, quella che è stata la sua compagna negli ultimi 5 anni di vita. “Eri un ragazzo d’oro, raro da trovare – ha detto in chiesa, con la voce rotta dall’emozione -. Mi hai capita dal primo istante. Avevamo insieme tanti sogni, volevamo una famiglia e girare il mondo. Ora se penso al futuro non vedo più nulla. Tutti i nostri sogni sono stati distrutti in un attimo. Io però coltivo sempre la speranza che tu possa tornare. Ne abbiamo superate tante, ora aiutami a superare anche questa. Io vivrò anche per te, non ti dimenticherò mai”.
Monsignor Raffaele Russo, assistito nella cerimonia anche da don Ciro Cozzolino, ha parlato di “una tragica fatalità. E in questo la chiesa ci ricorda che la morte non è l’ultima tappa. Lo è la Resurrezione. Mario non è morto in eterno, vive in Dio, perché ha vissuto nella fede del Signore risorto”.
“Non avremmo mai voluto essere qui, a piangere Mario – ha continuato Monsignor Russo -. Anche una basilica così grande diventa piccola. Tuttavia, non dobbiamo avere paura delle lacrime. Sono come l'acqua del battesimo che ci ricorda le nostre fragilità e ci dicono che siano umani ma pensati da Dio. Il silenzio, le lacrime e la preghiera sono giusti per sopportare peso della morte di Mario. Noi dobbiamo proseguire il cammino dimenticandoci della durezza di questo momento. Il regalo più bello che possiamo fare a Mario è un cammino nuovo tra di noi, prendendo il suo esempio di giovane buono, che sapeva amare questa vita. Ora lui è in Paradiso e un giorno potremo riabbracciarlo. Lui ci ha solo preceduti”.
“Mi hai trattato come una principessa. Insieme ne abbiamo superate tante ma ora dammi la forza per superare anche questa”. E’ travolta dal dolore Marianna, costretta a dover vivere una vita intera senza il suo amore. Mario purtroppo non c’è più, è morto m...
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