Al via domani, dinanzi al gup Emma Aufieri del Tribunale di Torre Annunziata, il processo sulla tragica scomparsa di Tommasina de Laurentiis. La giovane mamma 25enne morì l’8 marzo 2013 all’ospedale di Boscotrecase, dopo un banale intervento di calcoli alla cistifellea. Tommasina lasciò una bimba di soli 4 anni. Da quel giorno la sua famiglia non ha mai smesso di cercare la verità.

Aperto un fascicolo per omicidio colposo, il pm della Procura della Repubblica oplontina, Marco Mansi, dopo due anni e mezzo ha chiesto il rinvio a giudizio di tre medici: il primario Roberto Palomba e i “camici bianchi” Antonio Venderosa e Alberto Vitale. Il solo Palomba è accusato anche di falso ideologico in atto pubblico.

Per gli esiti delle due perizie svolte sul suo corpo, infatti, ad uccidere Tommasina sarebbe stato quel giorno un errore in sala operatoria: una lesione della vena aorta e cava, forse all’altezza della biforcazione.

La seconda perizia di parte, chiesta a gran voce dall’avvocato Gennaro Ausiello, legale dei parenti di Tommasina, dimostrerebbe addirittura che la mamma di Torre Annunziata avrebbe subito un secondo intervento, quando ormai il suo corpo era privo di vita.

Il marito di Tommasina De Laurentiis, Alfonso Formisano, aveva già diffuso in estate e via web il suo appello anti-prescrizione: “Voglio vederli tutti in manette e voglio giustizia per mia moglie e per mia figlia”.

Domani il gup deciderà, anche in base alla memoria presentata dalla difesa degli imputati, se respingere la richiesta della pubblica accusa o al contrario rinviare a giudizio i medici. In questo caso gli imputati potrebbero chiedere il patteggiamento o il rito abbreviato.

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