Torre Annunziata. Un medicinale sottoposto per l’aumento delle contrazioni. Fa effetto. Le contrazioni diventano frequenti, il bambino può nascere. Poi le prime presunte complicazioni. La giovane donna di Torre Annunziata avrebbe chiesto il taglio cesareo e l’epidurale. “L’anestesista non c’è, sta in un altro reparto” le avrebbero risposto i medici dell’ospedale “San Leonardo” di Castellammare di Stabia. Almeno in 3 ad assistere la donna in sala parto. “Non c’è bisogno del cesareo”. E’ quanto svelato in denuncia dal padre del neonato morto la scorsa domenica notte, dopo il trasferimento al “Monaldi” di Napoli (vedi link correlato).

Sul presunto caso di malasanità la polizia di Torre Annunziata (agli ordini del primo dirigente Vincenzo Gioia e del vice Elvira Arlì) indaga a 360 gradi. Sequestrata la cartella clinica redatta dai medici stabiesi, si attende il sequestro della seconda cartella, che ha dovuto constatare il decesso del neonato. Trasportato in ambulanza a Napoli, al reparto di cardiologia infantile dell’ospedale “Monaldi”, a due ore dalla nascita.

I DETTAGLI. “Dopo il parto ho intravisto che mio figlio non respirava. Ho chiesto spiegazioni e i medici mi hanno rassicurato” – ha continuato il papà in denuncia, stretto in un immenso ma composto dolore. La sua creatura sarebbe stata fatta nascere con la “ventosa”. Metodo arcaico, ma oggi ancora praticato. “In sala parto il cardiotocografo (lo strumento con 2 sonde, utilizzato per misurare il battito cardiaco del feto) non funzionava bene e l’ambulanza che ha trasferito il piccolo a Napoli forse non era idonea al trasporto infantile”.

Dettagli, indizi, tutto è al vaglio degli inquirenti. Sul presunto caso di malasanità farà luce un’inchiesta appena aperta. Al momento, nessun nome è stato ancora iscritto nel registro degli indagati. Nemmeno come atto dovuto. La salma del piccolo è invece a disposizione dell’autorità giudiziaria. Nel pomeriggio il magistrato potrebbe disporne l'autopsia con decreto.    

foto archivio

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