Torre Annunziata. Niente abusi in piazza San Luigi. Assolti 3 dipendenti comunali
Sentenza smonta inchiesta. Condannato solo il ras D'Acunzo
02-12-2016 | di Redazione
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TORRE ANNUNZIATA. Niente abusi edilizi in piazza San Luigi, ma un più lieve e autonomo reato paesaggistico: assolti i dipendenti comunali, condannato il ras del clan Gionta. I giudici del Tribunale di Torre Annunziata hanno condannato a dieci mesi di reclusione il 48enne Alessandro D'Acunzo, alias gamba di legno, pluripregiudicato legato ai Valentini.
Secondo il pm, il ras, nel 2009, trasformò l'esterno della propria abitazione, una casa con vista su Palazzo Fienga, in una sorta di dependance privata. Il 18 dicembre di quell'anno, in piazza San Luigi, spuntò persino la statua alta quattro metri di un Cristo dalle braccia aperte. E poi: "pensiline metalliche, un parapetto antistante l’ingresso dell'abitazione e una tettoia coperta da tegole”. Tutto, per il sindaco di Torre Annunziata, Giosuè Starita, andava demolito in fretta. Quel giorno, in piazzetta, giunse anche la polizia.
Torre Annunziata, abusi in piazza San Luigi. Il pm: "Un anno al ras D'Acunzo"
La requisitoria: "Nessuna prova di un accordo con i tecnici del Comune. Da assolvere Gino Di Donna"
Le forze dell'ordine furono accompagnate dai dipendenti pubblici Ciro Cusano, ex dirigente dell'UTC, e Gino Di Donna, all'epoca dei fatti responsabile in Comune della sezione edilizia abusiva. Entrambi, poi, finiranno a processo per abuso in atti d'ufficio. Secondo l'accusa "sospesero arbitrariamente i lavori di demolizione". Cusano e Di Donna - la tesi del pm - il 18 dicembre 2009 tornarono in fretta negli uffici dell'Ente. Da sciogliere restava un dubbio: piazza San Luigi insiste su suolo pubblico o privato?
La risposta l'hanno data i giudici, con una sentenza che ha scagionato i dipendenti comunali "perchè il fatto non sussiste". Formula che ha ridimensionato un'inchiesta, inizialmente aperta per abusi su suolo pubblico. Imputato, assieme a D'Acunzo, Cusano e Di Donna (questi ultimi difesi dall'avvocato Ferdinando Striano), anche l'architetto Giacomo Cuccurullo, istruttore della determina pubblica che nel 2009 affidò i lavori di ripristino di Largo Pescatori alla società Freedom di Quarto.
Società che, per quei lavori, il 29 luglio 2010 intascò la somma di 60 mila euro. Cuccurullo, in concorso con Cusano, secondo la pubblica accusa "dichiarò falsamente la somma urgenza", consentendo così alla società di accaparrarsi il ripristino, evitando una procedura negoziata. Anche l'architetto, assistito dal legale Domenico Nicolas Balzano, è andato completamente assolto.
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