E’ Pasquale Gionta, per la dda di Napoli, il mandante e l’organizzatore dell’omicidio di Vincenzo Amoretti (alias ‘banana’), ucciso il 20 aprile 2007 nella sua abitazione al parco ‘Penniniello’ di Torre Annunziata con un solo colpo di pistola: esploso in modo preciso alla tempia della vittima, colpita nel sonno in camera da letto.

A sparare, per gli inquirenti, fu Michele Palumbo, noto come il ‘munnezza’ e neo pentito del clan. Palumbo, come Pasquale Gionta (oggi all'ergastolo al 41-bis), è tuttora detenuto. La nuova 'gola profonda' dei Gionta sta infatti scontando una condanna in primo e secondo grado quale compartecipe di un altro agguato di camorra; un mese dopo l'esecuzione di 'banana' a morire, stavolta a Torre del Greco, fu Ettore Marlino. Anche lì la morte fu programmata a tavolino a Palazzo Fienga. 

Vincenzo Amoretti, ritenuto vicino alla frangia avversa dei 'Gallo-Cavalieri', fu trucidato per vendetta: aveva esploso - la tesi degli investigatori - alcuni colpi d'arma da fuoco indirizzati verso la casa dei suoceri di Pasquale Gionta. L'affronto fu lavato con il sangue.

Da 'far-west' la ricostruzione della scena del crimine. Per la dda ad agire fu un commando che fece irruzione nella casa della vittima, indossando delle pettorine della polizia di stato. Così il killer eluse i controlli delle vedette del clan rivale nella loro stessa roccaforte. Questo l’esito dell’inchiesta antimafia (condotta dal novembre 2014 fino allo scorso giugno) che ha portato ieri i carabinieri del Nucleo Investigativo di Torre Annunziata ad eseguire un’ordinanza di custodia in carcere, emessa dal Tribunale del Riesame di Napoli su richiesta dell'antimafia nei confronti di Pasquale Gionta. Omicidio premeditato, porto e detenzione illegale d’armi, aggravate dalle finalità mafiose, le accuse mosse dal Sostituto Procuratore Filippo Beatrice.

Il figlio del super-boss Valentino, fondatore del clan di camorra di via Bertone, era all’epoca dell'agguato il vero reggente della cosca di Torre Annunziata. Suo padre Valentino e suo fratello Aldo, il boss-poeta, si trovavano già in cella nel 2007 per 416-bis. L'omicidio Amoretti aprì una sanguinaria faida tra la frangia dei 'Pisielli' e il clan Gionta. Fiumi di sangue sparsi nei rioni popolari torresi per il controllo del mercato della droga e del racket in città.  

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