Uno squarcio nel muro dell’omertà. Fissato l’incidente probatorio per blindare le testimonianze chiave e chiudere il cerchio delle indagini per un omicidio che non ha ancora trovato giustizia.

Anche Alessandro e Pierluigi Savarese, i gestori dell’autorimessa di Torre Annunziata in cui ha trovato la morte Maurizio Cerrato verranno sottoposti all’incidente probatorio. Assieme a loro, anche Antonio Venditto, il giovane portato in cella e poi scarcerato perché estraneo ai fatti.

Il prossimo 6 ottobre si riuniranno presso il Palazzo di Giustizia a Torre Annunziata per cristallizzare le dichiarazioni dei tre ed evitare che possano essere scalfite dal tempo e da elementi esterni, ricostruendo con precisione la dinamica del massacro che costà la vita all’ex dipedente degli scavi di Pompei.

Alessandro e Pierluigi Savarese attualmente sono indagati a piede libero per favoreggiamento. Dapprima racchiusi nel silenzio, minacciati proprio dalle belve ora in carcere, poi hanno deciso di raccontare tutto dopo l’ammissione da parte di uno dei due di aver cancellato alcuni frame relativi all’episodio incriminato.

Dietro le sbarre, nel frattempo restano Domenico e Giorgio Scaramella, Francesco e Antonio Cirillo. Proprio quest’ultimo ha recentemente confessato di essere stato lui a sferrare la coltellata che è costata la vita a Maurizio Cerrato e per il quale un’intera comunità è ancora sotto choc.

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